I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


La parola del Prefetto

           Abbiamo letto con vivo compiacimento la circolare che il benemerito Prefetto della Provincia comm. Lazazzera, rivolge alle autorità ed alle cittadinanze di tutti i Comuni della nostra provincia, ch'egli presiede con tanto amore, con tanta rettitudine, con tanto impareggiabile intelletto.
           La parola del Prefetto con non minore compiacimento sarà ascoltata da tutti, autorità e privati; e tutti si faranno un dovere di rispondere nel modo più largo, più volenteroso e più sollecito all'invito dell'alto funzionario.
           La parola del Prefetto era necessaria per incitare e per disciplinare.
           La riproduciamo:
           «In questo periodo di supremo sforzo nazionale è comune l'obbligo civile di allestire e organizzare i soccorsi di ogni genere alle famiglie bisognose dei soldati e marinai che sono sotto le armi, e consacrare ogni disponibilità, non più a spese che possono essere risparmiate o differite, non a consumi di lusso, bensì ad alleviare le preoccupazioni, i disagi e i danni inevitabili nelle case dei poveri.
           Interprete anche del pensiero di S. E. il Presidente del Consiglio e nell'intento di integrare le spontanee energie caritative che in questa generosa terra d'Abruzzo già si vanno manifestando con alto sentimento di patriottismo; rivolgo, pertanto, un fervido appello alle civiche rappresentanze, agli istituti di beneficenza, agli enti, ai sodalizi, alla stampa di ogni partito, perché tutti concorrano con intensità di fervore a che ciascun Comune, ed eventualmente anche frazione o altro centro abitato, abbia il suo Comitato e in ognuno di essi si aprano delle pubbliche sottoscrizioni, e ciascun ente o sodalizio e ciascun cittadino sia animato dalla santa ambizione di sacrificare le sue disponibilità e le proprie energie morali e materiali.
           Ad attuare così nobile intento, io confido in special modo nella munificenza, nel fervore patriottico e nell'ascendente morale che la S. V. Ill.ma gode presso i suoi concittadini e dipendenti perché, pur svolgendosi multiforme secondo la varia natura dei bisogni locali, il movimento spontaneo della carità cittadina sia eccitato e organizzato in modo che in ciascun Comune e in ciascuna famiglia di militari giunga amorevole, sollecito e continuo il conforto morale e materiale della solidarietà nazionale.
           Sicuro di non aver fatto invano appello ai sentimenti altamente patriottici della S. V. Ill.ma, La prego di gradire l'espressione della mia più viva riconoscenza».