I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Patriottismo e torna conto

           
           Roma 27-6
           (Gogi). - La guerra moderna non è più guerra di eserciti, è guerra di Nazioni. Tutto quindi deve essere mobilitato e rivolto al supremo fine che è quello della vittoria; e nessuna attività, nessuna forma, nessuna energia singola e collettiva può sottrarsi a questa irresistibile necessità. V'è quindi e vi deve essere chi si batte al fronte, chi provvede al pulsare ininterrotto della vita civile, alla continuità del lavoro e dei traffici; chi prepara le armi e gli approvvigionamenti per l'esercito e la marina; chi contribuisce sotto varie forme ad alimentare la fonte primissima di ogni sforzo guerresco : i mezzi finanziarii. Per quest'ultimo scopo il Governo fa appello alla buona volontà ed al patriottismo di tutti gli italiani, all'estero od all'interno per concorrere al grande prestito di guerra testé deliberato. Ed ha fiducia che la sua parola, rivolta a tutti della patria nostra non rimarrà inascoltata.
           Il pregio del concorso domandato ai cittadini consiste nella spontaneità della patriottica offerta, nell'aver fede nei destini e nei valori dell'Italia; ma la loro partecipazione alla finanza di guerra, ben lungi dall'essere un sacrificio pei risparmiatori ed i capitalisti, è un vantaggio rilevante e sicuro. Un vero e buon affare, insomma.
           E come no?
           Si pensi che versando 95 lire, anzi 93 per i sottoscrittori del prestito di gennaio, se ne ottengono 100 al rimborso; un aumento cioè del proprio capitale in ragione del 5 e del 7 per cento, fruttifero a sua volta di interessi fin dal primo giorno del versamento nella misura del 5,56. Interessi che appunto per tale aumento salgono alle cifre del 4,73 ed anche del 4,84 a seconda che si tratti dei nuovi e dei vecchi sottoscrittori.
           Meglio ancora: questi interessi sono sicuri non meno del capitate trattandosi di obbligazione statale; sono esenti oggi ed in avvenire, di ogni peso, tassa e spesa sotto qualsiasi titolo e forma, cioè assolutamente al netto. E chi ha fatto simili operazioni, sia concedendo che ricevendo in prestito, sa che cosa vuol dire un tale privilegio.
           E ancora: Le obbligazioni del nuovo prestito che vanno estinte in un periodo di tempo limitato non prima del 1. gennaio 1925 e non dopo il 1. gennaio 1940, non costituiscono per così dire una cristallizzazione di denaro per chi di denaro possa aver bisogno e possegga tali obbligazioni.
           Ognuno che trovisi in siffatta condizione non solo può vendere in borsa il suo titolo - e data la sicurezza ed il valore redditizio delle obbligazioni è facile prevedere che la quotazione rimarrà sempre alta ed al disopra della pari, ma può ottenere, senza alienare il titolo, delle anticipazioni poco al disotto del totale da qualsiasi istituto di credito, banca o Cassa di risparmio, trovando in ciò tutte le possibili agevolazioni, sottraendosi a tutte quelle spese ai fastidi inerenti ad ogni prestito, non sottostando se non ad un saggio mitissimo di interessi e potendo limitare questo ai mesi ed anche ai giorni per i quali presumerà poter riscattare il titolo lasciato in deposito.
           Nè basta. Se vi saranno altri prestiti in futuro a migliori condizioni per i sottoscrittori, tali vantaggi saranno estesi ai possessori delle obbligazioni dell'attuale prestito per le stesse ragioni di equità in virtù deile quali i sottoscrittori del prestito di gennaio che avevano pagato l'obbligazione a lire 97, ora sono stati beneficiati di due lire per pareggiare la loro condizione a quelli dei nuovi sottoscrittori cui il titolo è ceduto a 95.
           Non si può versare pel momento tutta la somma che si intende sottoscrivere? Ebbene è ammesso il versamento in quattro rate che vanno dall'1-11 luglio prossimo al 2 gennaio 1916. E si avrà il cupone di rendita semestrale che comprende gli interessi dal 1. luglio al 1. gennaio, mentre i primi versamenti possono essere fatti anche l'11 luglio.
           V'è qualcuno che non vuol far conoscere i propri affari? Ebbene, invece del certificato nominativo, può scegliere quello al portatore, beninteso a versamento totale della somma sottoscritta giacchè per coloro che devono ancore versare delle rate, il certificato non potrebbe essere che nominativo.
           A quali migliori condizioni adunque, con quali più sicure garanzie e maggior libertà di possesso e di alienazione si sono mai collocati risparmi e capitali? E quale modo più spontaneo, più efficace ed anche più utile e gradito per colui stesso che lo adotta, di contribuire al successo delle armi patrie, al trionfo della propria nazione, all'azione, all'avvenire non solo storico e politico, ma economico dell'Italia e dei suoi figli tutti?
           Torneremo su questo argomento perchè vi è tanto da dire: ma intanto il titolo messo in cima a queste note affrettate “patriottismo e tornaconto” non poteva avere, dal modo con cui è stato congegnato questo prestito di guerra, più eloquente dimostrazione.