I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Quelli che non muoiono

           Noi non moriamo: la tomba è culla
           delle nostre anime.

           Balzac
           
           I morti come te non muoiono, e tu ora sei vivo più che mai: vivo nel cuore di tua madre, che non sa dar fede alla nuova tremenda, e t'invoca ed ode la tua voce ed i tuoi passi; vivo nel cuore di tuo padre, che con angoscia suprema ed intrepida, dopo di avere invano esitato, si vede costretto a fare la terribile rivelazione alla consorte, accintasi a volare verso il tuo lontano capezzale di ferito, che la pietosa menzogna le aveva indicato; vivo nel cuore dei tuoi buoni fratelli e delle virtuose sorelle, cui prodigavi tutta la tua bontà e tutte le tue cure affettuose.
           Ma più vivo ancora, eternamente vivo, tu sei e sarai nel cuore grande ed eterno della gran madre Italia, della nostra Patria diletta, che si compie col tuo giovanil sangue, col sangue dei suoi figli più generosi, che a lei immolano la propria esistenza, gli anni più belli della vita.
           Il tuo nome,
           Gino Ronchi
           tutto circonfuso da un'aureola di gloria, che lungi dall'offuscarsi col volger degli anni, s'accresce ed ingigantisce; e s'eterna con la vita eterna della Patria, che fatta più grande dal contributo del tuo sacrificio, porterà, con la vittoria delle sue armi, la legge della gentilezza e della civiltà tra i barbari di tempi, che risospingono l'Umanità verso il dominio e l'asservimento della barbarie teutonica.
           Tu, Gino, hai votata e spesa la tua nobile vita a beneficio della Patria e dell'Umanità ad un tempo; la tua memoria, quindi, vivrà nella riconoscenza e nell'orgoglio patrio ed umanitario, oltre che nel rimpianto che non si cancella della tua famiglia, dei tuoi concittadini e del tuo amico che tanto ti volle bene e che in questo tragico momento di lutto e di fede, ti ricorda, ti benedice e t'addita ad esempio.
           ETTORE FELIX
           

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           Non sono ancora dieci giorni che venne in questo nostro ufficio il cav. Pachini a pregarci di inviare in abbonamento il Corriere a suo figliastro
           Tavani Iginio
           caporale motociclista d'artiglieria, presso il Comando della ..... Divisione.
           In quel medesimo giorno il simpatico giovane, dando notizie ottime di sè, mostrava alla madre, a cui era grandemente affezionato, il desiderio di leggere il Corriere per avere notizie di Teramo.
           Così la famiglia Tavani-Pachini era lieta di aver potuto procurare al caro Iginio l'appagamento di un desiderio e attendeva che egli tornasse a scrivere per dirsi soddisfatto!
           Ma, ohimè, come presto doveva turbarsi la serenità della famiglia Tavani-Pachini!
           Il fato fu triste assai per il buon Iginio: mentre giungeva qui la sua ultima cartolina ai parenti e di qui partiva per lui la prima copia del giornale, egli cadeva vittima del piombo austriaco!
           E la luttuosa notizia giunse con rapidità del fulmine, chè il giorno seguente il Comando d'Artiglieria ne dava comunicazione alla famiglia!
           Non si descrive il dolore della madre signora Teresa, e del padrigno, e del fratello dell'Estinto!
           E tutta la città ha provato vivo dolore per la morte del buon Iginio, che tutti ammiravano per la bontà infinita.
           Noi ricordiamo che Iginio Tavani molto si distinse nell'opera soccorritrice nei paesi devastati dal Terremoto calabro-sicuIo nel 1908. Egli dal Ministro Spingardi ebbe diploma con medaglia commemorativa, come attestazione di gratitudine da parte del Ministero della Guerra, per l'opera compiuta !
           Sia gloria al giovane eroe caduto valorosamente; e la madre di lui senta tutto l'orgoglio di aver dato un figlio alla Patria!
           
           La famiglia Tavani-Pachini ci incarica di esprimere a tutti quelli che han partecipato al suo dolore vive attestazioni di affettuosa gratitudine!
           

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           Ancora una giovane esistenza, non solo promettente, ma che già dava buoni frutti per la famiglia e per la società, l'insegnante
           Acunzoli Loreto
           caporale, allievo ufficiale, è caduto avanti alla collina di San Michele, combattendo da prode nella battaglia del giorno 29 luglio.
           La sua morte ha prodotto viva impressione, anche perché tutti sapevano ch'egli, orfano di madre, era la forza, il sollievo, l'orgoglio del vecchio padre e delle due sorelle.
           La morte di questo giovane addolora vivamente anche noi, che lo conoscevamo e gli volevamo molto bene.
           Fiori sulla fresca fossa, e condoglianze al povero padre e alle sorelle dell'Estinto.
           Per cura della famiglia il giorno 30 corrente, nella chiesa di San Antonio, verranno celebrati solenni funerali in memoria della giovinezza spenta sul campo della gloria per una più grande Italia!
           

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           In altra parte del giornale pubblichiamo le dolenti parole della famiglia Lupi annunciante agli amici la perdita del loro caro
           Gerardo Lupi
           caduto a 23 anni sul campo della gloria! Qui rimpiangiamo il bravo operaio, speranza dei genitori, amato per la sua bontà da quanti lo conoscevano.
           Dopo aver combattuto terribili battaglie sull'Isonzo, egli fu ferito e trasportato nell'ospedale, e celò sempre ai suoi genitori il suo caso. Appena rimessosi alquanto non chiese di tornare in licenza, ma di essere rinviato al fronte.
           Fu accontentato, ma nella battaglia del 14 perì!
           Ora egli riposa presso altri nostri concittadini che diedero il loro sangue per amore della Patria!
           Condoglianze alla famiglia, e che Iddio protegga l'altro giovane di casa Lupi, Guido, che è soldato del Genio, telegrafista, e che si trova, fin dall'inizio della guerra, anch'egli al fronte!
           

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           Un altro bravo giovane, un operaio onesto e laborioso
           Maradonna Alfredo
           ha dato il suo sangue per la Patria, cadendo vittima del piombo austriaco il giorno 26 dello scorso luglio.
           Egli era fratello del nostro giornalaio, il quale ha provato un vivo dolore per la perdita di lui.
           Alla famiglia addolorata e specie al nostro rivenditore vive condoglianze in tanta sventura.
           

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           Innumerevoli sono le attestazioni di affettuoso rimpianto e di viva simpatia, che, in memoria dell'avv. Ricciardo Cervini, partono da magistrati, colleghi, amici ed estimatori.
           E poiché noi fummo amici intimi dell'estinto e lo avemmo particolarmente caro, pubblicheremo volentieri in queste colonne alcune delle lettere che, in occasione del tristissimo lutto, sono state scritte per alleviare, se pure è possibile, l'angoscia di quelli che più teneramente amavano Ricciardo Cervini.
           Il Giudice sig. Ettore Masciulli ha diretto all'Avv. Candelori la seguente lettera:
           Sarzana (Genova) 19-8 915
           Egregio sig. Avvocato e mio buon amico,
           Sono tuttora prostrato dal colpo arrecatomi dalla perdita del nostro impareggiabile Ricciardo. Voi, che avete coi vostri occhi veduto quale amicizia mi legava al Cervini da venti anni, siete in grado di comprendere quale vuoto abbia prodotto nella mia esistenza la perdita di lui, che anche a voi (e a chi non era?) fu particolarmente diletto. Sono pienamente sicuro che, pur tra i tanti e tanti lutti di quest'ora terribile, i colleghi e la cittadinanza tutta gli renderanno onoranze pari ai suoi altissimi meriti, alle sue impareggiabili virtù.
           Ebbene, io mi permetto affidare a voi, mio buono amico, la preghiera e l'incarico di portare nel coro di lodi, che si eleverà per lui, anche l'eco dell'amarissimo rimpianto in cui vive, non consolabile, questo umile e devoto amico lontano; il quale può per somma ventura vantarsi di aver conosciuto di Ricciardo la parte più intima e più bella, avendo con lui diviso i giuochi dell'infanzia e i sogni e le speranze della giovinezza.
           Mi affido al vostro cuore e alla vostra pietà, e vi prego di accogliere i miei più caldi ringraziamenti e i più deferenti saluti.
           Dev.mo
           Avv. ETTORE MASCIULLI
           Giudice del Tribunale di Sarzana
           

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           ........ li 18 Agosto 1915
           CARO STOPPA,
           Nella lontana zona di guerra, ove io mi trovo, leggo la notizia della morte del carissimo amico Ricciardo Cervini. Ne ho provato un dolore grandissimo; la prego se può esternare alla famiglia ed agli amici la mia profonda mestizia, e le mie condoglianze vivissime.
           Mi creda suo aff.mo
           ACHILLE ROMAGNA MANOIA
           capitano-medico - Zona di guerra
           

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           T. B. STOPPA
           Teramo
           Fine gloriosa carissimo Ricciardo priva Teramo uno suoi figli migliori. Unisco mio pianto quello di tutti gli amici.
           Avv. CARLO ASSANO