I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Il 'Corriere' al fronte. Ciò che scrivono i nostri soldati

           Da una graziosa cittadina redenta, nella gioia dell'incontro, inviamo affettuosi saluti.
           D'ALESSANDRO ITALO
           ETTORE DE BERARDINIS
           TARASCHI VINCENZO
           NICOLA SPINOZZI
           BERARDO MONTANI
           ANGELO CAMERINI
           

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           I seguenti teramani che trovansi al fronte in prima linea, da tre mesi, mandano a mezzo del Corriere affettuosi saluti alle loro famiglie, ai parenti, agli amici, inneggiando alla grandezza d'Italia.
           FERRI GIOVANNI
           MONTI RODOLFO
           MONALDI GIUSEPPE
           ESPOSITO GIACOMO
           CARDONI GIACOMO
           MAZZARELLA LUIGI
           CIANCIAVECCHI DOMENICO
           

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           Affettuosi saluti al Direttore e a tutti i giovani dell'officina del Corriere.
           Saluti ai parenti e agli amici
           RAMONE VINCENZO, soldato di Teramo.
           

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           Ricevo con piacere il Corriere, e sono contento nel leggere notizie dei nostri valorosi soldati abruzzesi.
           Nel giungere del giornale, i compaesani e i comprovinciali tutti corrono da me per sapere anche loro notizie del caro Abruzzo forte gentile, tutti siamo orgogliosi di poter leggere il giornale.
           L'artiglieria fa ogni giorno delle grandi avanzate. Fra breve si partirà per andare ancora più avanti di qui.
           Un saluto a tutti gli amici e ai parenti.
           TEREO EDOARDO
           

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           Domani il ... artiglieria, con immenso nostro dispiacere, va a riposo, mentre il nostro ideale di abruzzesi era quello di occupare la bella Trieste!
           Spero che il riposo sia breve e che gli ufficiali nostri possano presto ricondurci alla linea del fuoco. Che l'augurio fattoci dal popolo di Teramo nella giornata della nostra partenza, si avveri per la grandezza della Patria, e così noi torneremo con la bandiera della vittoria.
           A nome mio e di tutti i cannonieri abruzzesi, che me ne pregano, mando saluti, per mezzo del Corriere, agli amici ed ai parenti.
           TESTA BERARDINO di Montorio al Vomano
           

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           Saluti al direttore del Corriere ed alla sua signora; saluti ai parenti e agli amici.
           NOÈ LUCIDI, tenente
           

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           Continuano a giungere lettere di soldati teramani al Sindaco di Teramo cav. uff. Luigi Paris. Con piacere pubblichiamo la seguente lettera scritta dal militare Ioannoni Domenico, dalla Zona di combattimento:
           
           25 agosto 1915
           Ill.mo Sig. Sindaco
           In questo momento mentre il mio cuore batte perché agitato nel prepararci a dare un assalto risoluto, mi giunge come angelo consolatore, una lettera di mio padre ed in essa acclusa la sua patriottica a lui spedita.
           In tale momento, che più tardi potrà essere per me fatale, la sua pregiata lettera è venuta non poco a lenire e colmare il mio giovine ed ansante cuore. Le sue entusiastiche parole sono state per me come un balsamo su di una grave ferita. Devo essere franco: Già troppe volte il benefico destino ha voluto sottrarmi alla crudele morte che giunge, in questi giorni inesorabile su tanti nostri fratelli; oggi è giunto un altro terribile momento! Mi domandavo: Potrò superarlo? Non ero troppo confortato come le altre volte. Forse sarà giunto il giorno per me fatale. Mentre ero immerso in tale lugubre soliloquio, ecco che mi giungono le sue care parole che non hanno fatto altro che cacciar via tali cattivi pensieri e mi sono sentito orgogliosissimo di essermi nel passato distinto fino a meritare da una persona tanto stimabile qual'è lei, e dall'intera Giunta un encomio tanto solenne. Le buone sue parole hanno infuse in me quell'entusiasmo che stava per scappar via, ed io come trasmettitore l'ho comunicato ai miei fedeli subordinati, che ho visto come per incanto rianimati al par di me.
           Potrà immaginare quanto à bene procurato a me ed ai miei soldati, mentre eravamo mestamente rannicchiati nelle nostre trincee, la sua cara lettera. Dalla mia trincea non posso fare altro che inviarle con tutta l'effusione del mio cuore, un bacio che realmente parte dalle mie labbra e che giungendo possa significare a lei e all'intera Giunta i ringraziamenti per l'onore fattomi.
           Non saprei in quale altro modo esprimermi più sentitamente.
           Con immensa stima ed osservanza la ossequio e mi creda
           Devotissimo
           IOANNONI DOMENICO