I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


I nostri soldati

           Il maggiore Guillet
           
           Il capitano Guillet è tornato dal fronte, o meglio dalle trincee, pieno di salute e con la promozione a maggiore. Ce ne rallegriamo vivamente e gli facciamo i più caldi augurii.
           È stato destinato alla legione di Cagliari, divisione di Sassari. Spiace a tutta la cittadinanza che vada lontano da Teramo un perfetto gentiluomo, un funzionario integerrimo e buono.
           
           Un reduce dal fronte
           
           Abbiamo rivisto Monti Adolfo, un caro giovine muratore che abbiamo conosciuto e preso a stimare quando veniva edificata la Casa del Corriere. E' tornato dal fronte, in licenza di premio, per un'azione compiuta da uomo valoroso.
           È noto che i nostri per andare avanti hanno bisogno che soldati audaci distruggano i fitti e forti reticolati che recingono le trincee nemiche.
           I soldati, a cui è affidato l'incarico di portare sotto i trinceramenti nemici i tubi di nitroglicerina, sono quasi sempre abruzzesi, se non esclusivamente; e noi abbiamo avuto l'occasione di parlare altra volta di questi audaci.
           Essi sono soldati votati alla morte, e, veramente, sono molti quelli che vanno e che non tornano!
           Il giorno 18 luglio bisognava rompere un mezzo chilometro di reticolati, sulla collina di Selsi, ove gli austriaci erano fortemente trincerati.
           Tra i trenta volontari della morte requisiti per la bisogna, c'era Monti Adolfo.
           Dopo due ore di preparazione con tiro di numerosi cannoni, partirono i trenta, verso diversi punti sull'istessa linea da distruggere, portando dieci tubi di nitroglicerina.
           I cannoni gravano sempre, ma allungando alquanto il raggio, per non colpire i trenta che a gran corsa si avvicinavano alle trincee nemiche.
           Gli austriaci nascosti nelle loro trincee per non essere colpiti, non videro gli audaci, i quali potettero compiere la loro azione sollecitamente e indisturbatamente. Quando però scoppiarono i primi tubi, gli austriaci si accorsero dell'attacco e cominciarono a tirare fucilate ai trenta audaci che fuggivano. Due di questi furono feriti. Il nostro Monti Adolfo tornò incolume, e guadagnò 15 giorni di licenza e un premio di 75 lire.
           
           Il tenente De Leone
           
           Come ai nostri lettori è noto il notaio Donato cav. De Leone fu ferito in una delle battaglie sull'Alto Isonzo. Dopo le prime cure in Ospedali militari, fu rimandato per la convalescenza in famiglia.
           Ci giunge nuova da Appignano che egli è quasi perfettamente guarito. Noi ce ne rallegriamo, e ci auguriamo che presto venga in Teramo, ove tutti lo aspettiamo per fargli festa e felicitarci con lui.
           
           Giulio Michetti
           
           Molte sono le lettere dei soldati, che noi abbiamo occasione di leggere, e spesso se ne trovano delle carine e qualche rara volta delle originalissime. Tutte però sono colme di affetto per le famiglie e di fiducia nell'esito della lotta che l'Italia combatte.
           Da una lettera scritta da quel simpaticissimo giovane che è il sig. Giulio Michetti, figliolo del nostro caro amico Genuino, stralciamo la bella pagina che segue:
           «Non credere che solo tu possa divertirti. Anch'io mi diverto un mondo qui al Teatro della guerra.
           Sì proprio un vero teatro. Gli artisti sarebbero i cannoni e gli spettatori (o patitori) noi soldati. La rappresentazione incomincia all'alba e termina a notte inoltrata. Gli artisti ben disposti ai loro posti incominciano subito la loro parte. Ecco la cupa voce del basso (il 305) che fa tremare le valli ed i monti circostanti. Ecco due baritoni (210) prendere la parola interrotta subito dalla voce più squillante dei tenori (i 149) a cui fanno seguito altri tenori di bassa forza, i cani (i pezzi da 75). La rappresentazione, come ho detto, dura tutta la giornata alternandosi con duetti, quartetti, seietti e via di seguito e varie volte entra in azione anche il coro composto dalle coriste dalla lingua sciolta (le mitragliatrici) e dai coristi (i fucili). Ti dico che è una grande rappresentazione (alla quale però ti auguro di non assistere).
           Io placidamente fumando una sigaretta e seduto al mio palchetto (la trincea) assisto a tale strana rappresentazione e spesso e volentieri prendo parte al coro. È poco che ho smesso di cantare e mi son messo a scrivere per farmi passare l'eccitazione di nervi.
           Intanto si vede che al pubblico dell'altra parte la nostra rappresentazione non gli è andata a genio ed ogni tanto (come adesso) si sentono i loro fischi (o meglio quelle delle loro pallottole). Speriamo che per oggi non debba riprendere parte al coro, perché a dire il vero, mi secca un po', perché si corre il rischio di perdere la Voce
           In una lettera alla sorella dà un consiglio che noi vorremmo rivolto a tutte le fanciulle che hanno fratelli in guerra:
           «Ho ricevuto la tua letterina ed ammiro il tuo spirito patriottico. Però ben altra mansione è riserbata a voi donne. Vuoi essere anche tu d'aiuto alla patria? Bene, incomincia a fare calze e fasce di lana per i soldati, e vedrai che la tua opera, se seguita da tante e tante ragazze, sarà di una grande utilità per l'esercito. Pensa che ora che è il mese di agosto si batte i denti dal freddo! E figurati se la guerra durerà tutto quest'inverno».
           Ora il valoroso giovane è stato ferito e si trova all'ospedale di Verona.
           Gli mandiamo il nostro affettuoso saluto e il nostro augurio.