I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Il saluto dei nostri soldati

           Dalla Tripolitania
           
           Sono molto lieto di potere apprendere notizie, a mezzo del Corriere Abruzzese, di miei amici e cari compagni che ora sono al fronte e che fecero con me la guerra di Libia.
           Io spero di potere raggiungere questi miei commilitoni, perché anch'io voglio andare a combattere l'eterno nemico d'Italia.
           Tutte le terre italiane devono essere liberate, l'Italia deve essere veramente unita e indipendente!
           A mezzo vaglia spedisco abbonamento per tutto il corrente anno.
           FOSCHINI NICOLA, abruzzese, soldato di fanteria.
           (N. L'abbonamento non è ancora giunto.)
           
           Dal Fronte
           
           Avendo letto nel pregiato giornale il Corriere un articolo del mio caro collega Ugo Sforza, che esorta l'intera cittadinanza a fare una piccola sottoscrizione per innalzare, in una delle nostre vie, una lapide coi nomi dei nostri gloriosi soldati Teramani che con sublime energia caddero sul campo dell'onore, anch'io figlio della bella Teramo invio il mio misero contributo di L. 2 per la detta sottoscrizione, augurandomi che il pensiero gentile che ha avuto lo Sforza abbia successo.
           Pertanto sarà così gentile di fare apprendere, mediante il suo giornale, alla mia famiglia, agli amici e ai parenti che la mia salute è ottima.
           FIORINDO CIPOLLONI della Regia Scuola Meccanica di Venezia.
           (N. Rimandiamo a migliore tempo la caldeggiata sottoscrizione. Lodiamo intanto il Cipolloni, come ieri lodammo lo Sforza. Anche le due lire del Cipolloni, che sono pervenute, passiamo alla locale Sezione della C. R.)
           

* * *


           Dalle alte e rocciose vette del Tirolo-Trentino, dove mi trovo a compiere un sacrosanto dovere per la grandezza e la libertà della nostra cara e bella Italia, mando mille baci ed affettuosi saluti alla mia cara moglie ed al mio caro bimbo, nonché a tutti i miei di famiglia, assicurandoli sempre della mia ottima salute.
           Con molta esattezza ricevo il suo pregiato giornale che leggo con sommo piacere.
           Da diversi giorni le ho spedito il prezzo d'associazione e credo già che l'avrà ricevuto. Gradisca i miei più cordiali saluti. Mi dico suo aff.mo
           DI ATTANASIO BERARDO,
           R. Guardia di Finanza, di Teramo.
           (N. L'abbonamento pervenne.)
           

* * *


           Giunge puntualmente l'accreditato Corriere che viene letto con grande avidità. Invio l'importo dell'abbonamento sino al 31 dicembre, e la prego di pubblicare i miei saluti affettuosissimi a mio fratello ed ai miei amici che sono al fronte.
           Saluti anche al direttore del Corriere ed ai miei carissimi genitori.
           ESPOSITO ERNESTO, militare Croce Rossa.
           

* * *


           Il soldato Marco Rodomonte, alpino, si duole perché, essendo molto lontano dalla sua compagnia, il Corriere gli arriva con molto ritardo. Desideroso di sapere notizie della regione abruzzese ci prega di mutare indirizzo e ci manda tanti saluti. Noi contraccambiamo i saluti e assicuriamo il bravo alpino che sarà fatto secondo suo desiderio.
           

* * *


           Il soldato Zucchero Emilio, allievo ufficiale, fu ferito nel combattimento del ... scorso ottobre, alla mano destra. Attualmente è degente in un Ospedale militare di riserva in una città di Romagna. Di là ci scrive mandandoci i suoi saluti che noi contracambiamo, augurandogli perfetta e sollecita guarigione.
           Egli ci dice anche di aver consegnato ad un suo compagno il prezzo d'associazione al Corriere e desidera sapere se l'abbonamento è pervenuto oppur no. Gli rispondiamo che l'abbonamento non è stato inviato. Poiché egli desidera vivamente di leggere il nostro giornale lo assicuriamo che con questo numero viene mutato l'indirizzo.
           

* * *


           Il soldato Monti Adolfo, teramano, il quale, come altra volta raccontammo sul Corriere, espose coraggiosamente la sua vita nel correre sotto una trincea nemica ad accendere tubi di nitroglicerina, altra volta si è esposto all'audacissima impresa e ci scrive quanto appresso:
           É la seconda volta, caro direttore, che io devo parlare della mia bravura: il giorno 24 ottobre, alla mattina presto, e precisamente alle ore 5, sono andato di nuovo coraggiosamente a mettere tubi di gelatina nel reticolato che è avanti alle trincee nemiche. Tra reticolato e trincee due metri di distanza. Ed io sono andato proprio sotto il muso del nemico. Abbiamo messo quattro tubi di sei metri ciascuno.
           Eravamo otto soldati e siamo riusciti sani e salvi. In premio abbiamo preso dieci giorni di licenza e L. 75 per ciascuno. Il nemico ha sparato molti colpi contro di noi ma non è riuscito a colpirci.
           Io non ho più che dire. Quest'opera è stata fatta sul Carso. Arrivederci fra giorni. Tanti saluti a Berardo Cialoni.
           Addio. Io sono
           MONTI ADOLFO
           

* * *


           Cordiali saluti dal più lontano lembo d'Italia redenta.
           MARCHETTI rag. ALBERTO, di Teramo, Sottotenente.
           

* * *


           Dal fronte, ove mi trovo da oltre cinque mesi, invio il mio caldo ed affettuoso saluto.
           SABATINI dott. PIETRO, di Collecorvino, tenente medico.