I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Il saluto dei nostri soldati

           Egregio Direttore,
           Riceva i miei dovuti ringraziamenti e saluti, facendoLe noto che il suo pregevole Giornale m'arriva puntualmente. Inviando i più affettuosi saluti ai miei cari genitori ed agli amici tutti, e rinnovandole la mia stima, mi creda di Lei dev.mo
           ANTONIO DI SANTE, soldato 21 Comp. Telegrafisti – 3. Armata.
           

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           Per mezzo del suo pregiato giornale, dalle trincee, i sottonotati finanzieri, tutti della bella provincia di Teramo, inviano i più cari ed affettuosi saluti alle loro famiglie, agli amici, ai parenti ed alle fidanzate:
           MOSCHELLA AQUILINO
           BROCCOLINO BERARDO
           TARASCHI VINCENZO
           BARNABEI ORAZIO
           GIAMPALMI DONATO
           SISTILLI ANTONIO
           CALISTI DOMENICO
           NORCINO DOMENICO
           POLLASTRI VINCENZO
           GALASSI VINCENZO
           CAPUANI DOMENICO
           

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           Dalle terre redente, compiendo la più grande opera umanitaria per i nostri fratelli che vigilano sui destini di una più grande e forte Italia, col cuore e col pensiero sempre a voi vicino, invio alla cara famiglia, ai parenti ed amici tutti i miei più affettuosi saluti.
           (Da un ospedaletto da campo.)
           ENRICO PILOTTI, Caporale
           

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           Per mezzo del suo giornale, che ricevo puntualmente, posso sapere notizie del nostro forte e gentile Abruzzo.
           Nel ringraziarla, gradisca i miei saluti, e da queste montagne, ove mi trovo a compiere il sacrosanto dovere, mando un saluto alla mia famiglia, agli amici e ai parenti, assicurandoli della mia ottima salute
           GIOVANNI MANCINI
           

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           Saluti al Direttore del Corriere, ai miei amici, ai parenti tutti.
           ORAZIO MAZZA, tenente, di Torricella.
           

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           Saluti di cuore e mando il prezzo degli abbonamenti dei nove alpini.
           PATRIARCA VINCENZO, Caporale Alpino.
           (N. Non ancora pervenuto).
           

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           Ho ricevuto il pregiato Corriere Abruzzese e contemporaneamente alla presente invio l'importo dell'abbonamento.
           Distinti saluti
           COZZI IGNAZIO, radiotelegrafista.
           (N. Abb. Pervenuto).
           

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           Dalla cima di un famoso colle conquistato alla baionetta un'ora fa, mentre procedono sollecite le opere di fortificazione nella possibilità di un contrattacco, giunga bene accetto il mio pensiero agli amici tutti.
           URBANI DOMENICO, allievo ufficiale, di Teramo.
           

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           Cordialissimi saluti.
           CIPOLLONI FIORINDO, della Regia Scuola Meccanici, in Venezia.
           

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           Dai nevosi valichi alpini, a me, palpitante di vita nella intrepida riscossa di amore e di giustizia, suona nel cuore e nel pensiero con suggestiva insistenza l'eco di strofe soavi con le quali saluto la mia tenera creatura di un tempo! «Spirto gentile dei sogni miei - brillasti un dì, ma ti perdei.»
           SACCHETTI MANFREDI, caporale Maggiore, di Notaresco.
           

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           Noi tutti Abruzzesi dall'Isonzo, ove ci troviamo a combattere per l'onore e la grandezza della cara Patria, preghiamo il Direttore del Corriere di dare i nostri saluti agli amici, ai parenti, ai nostri genitori e alle nostre fidanzate, assicurandoli che tutti qui godiamo una florida salute, e che con vero orgoglio compiamo il nostro sacro dovere!
           PASQUALINO BIZZARRI, trombettiere, di Morro d'Oro;
           SCIAMANNA NAZZARENO, dì Faraone;
           DI MICHELE SERAFINO, di Cermignano;
           INNAMORATI MENOTTI, di Castellamare Adr.;
           CIPOLLONI GIOVANNI, di Collatterato;
           NATALI ANGELO, di Controguerra ;
           GARGANO DONATO, di Penne;
           NORSCIO FRANCESCO, di Pianella, tutti bersaglieri.
           

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           Caro direttore,
           Noi figli della diletta Teramo, fra neve e ghiaccio vigilando sempre il comune nemico, per mandarlo via per sempre dal nostro sacro territorio, che da molti anni è sotto il suo barbaro giogo, disprezziamo la nostra vita per la grandezza della nostra cara patria.
           Noi non pensiamo più per noi stessi, solamente il nostro pensiero è sempre rivolto verso le nostre donne e i nostri cari bimbi; perché dubitiamo che per la grave crisi e per il grande aumento dei generi di prima necessità, le nostre donne e i nostri diletti figli soffrano un pò: ciò noi non vogliamo. Sacrificare la nostra vita si, ma i nostri figli non devono mancare di nulla!
           Noi preghiamo, per mezzo del suo Corriere, codesto spettabile Comitato di Assistenza Civile, affinché voglia allargare di più il sussidio a tutte le famiglie dei richiamati e specie a quelle proletarie prive dell'uomo, forza e sostegno.
           Non occorre fare le indagini per certe famiglie proletarie, perché, se queste ieri stavano bene finanziariamente, lo potevano perché avevano i loro uomini, che lavoravano; ma ora, essendo questi via, le condizioni delle famiglie sono divenute tristi.
           Trovandoci noi uniti con compagni di parecchi distretti, costoro sono allegri, non hanno preoccupazioni perché le loro famiglie non soffrono la fame, mediante i loro comitati, che dispongono larghi aiuti.
           Oggi tutte le nostre famiglie hanno bisogno, perché son circa sei mesi che noi siamo assenti di casa. Se avevano un piccolo risparmio, tutto è stato esaurito, ed ora abbiamo riposto le nostre speranze per il soccorso delle nostre donne e dei cari figli solo in codesto spettabile Comitato, a cui sono preposte persone di intelligenza e di cuore.
           Preghiamovi, sig. Direttore, di voler pubblicare la presente, affinché si possa ascoltare il nostro grido di amore per le nostre dilette famiglie!
           Con la speranza di aver ottimo risultato, saluti a lei e a l'intero Comitato Civile.
           Un gruppo di richiamati Teramani
           (N. Vorremmo interessarci della sorte delle famiglie di quelli che ci hanno fatto pervenire la su riportata lettera, perciò è necessario che quei richiamati teramani ci dicano i loro nomi. Questi nomi non saranno in alcun caso portati in pubblico, ma rimarranno a conoscenza esclusiva del nostro Direttore.)