I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Il saluto dei nostri soldati

           Dalla Tripolitania
           
           Per mezzo del suo pregiato giornale, che ricevo puntualmente, posso sapere notizie del nostro forte e gentile Abruzzo!
           Nel ringraziarla, egregio Direttore, gradisca i miei saluti, da queste terre sabbiose, ove mi trovo da 35 mesi a questa parte, con la fronte rivolta al traditore, a compiere il mio dovere! Mando un saluto alla mia famiglia, che da tanto tempo non rivedo, più agli amici e ai parenti, assicurandoli della mia ottima salute.
           Vi prego di mandare una copia del «Corriere», che pubblicherà questa mia, al sig. Francesco Crognale, Piano Vomano.
           CROGNALE MICHELE, da Piano Vomano, Caporale Fucilieri.
           

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           Dal mare
           
           Pensieri cari e saluti affettuosi.
           REMO SFORZA, volontario nella R. Marina, di Teramo.
           

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           Dal fronte
           
           Da queste balze e rocce nevose, ove l'aquila Sabauda spiega il suo volo ardito, additandoci la via dell'onore, mandiamo saluti affettuosi e caldi baci alle nostre famiglie, ai parenti, agli amici nonché a le belle ragazze!
           Prego mandare una copia del giornale al sig. Nobili Luigi, in Rocca S. Giovanni.
           MORETTI DONATO,
           DE PALMA GUIDO, soldati alpini.
           (N. Il giornale è stato inviato. A vostro comodo l'abb.)
           

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           Graditissimo mi è giunto in questo momento il suo giornale. La ringrazio di vivo cuore.
           Tanti cari saluti.
           PRESUTTI ALBERTO, allievo ufficiale.
           

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           I seguenti finanzieri Abbruzzesi, dalle trincee avamposte ad un altissimo monte, dove il freddo è più rigido, inviano un caro saluto ai genitori, ai parenti, alle fidanzate ed agli amici, assicurandoli dell'ottima loro salute.
           DI GIAMMATTEO FLORINDO,
           FELICIANI MICHELE,
           PIETRIFERNO FELICE.
           

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           Dal fronte, col cuore infiammato di gioia per le continue vittorie dei cari soldati d'Italia e con la certezza di inviare presto un bacio dall' agognata Trieste, due abbruzzesi puro sangue inviano ai loro genitori e alle loro spose saluti affettuosissimi.
           Cap. TAPPACHETTI CARMINE, di Nereto.
           Sold. DI CARLO GIUSEPPE, di Campli.
           

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           Oltremodo gradito, mi perviene il suo giornale, e mentre le rimetto l'importo a mezzo vaglia postale, mi permetta inviare dal Basso Isonzo il mio saluto ai genitori, parenti ed amici.
           ZENOBI ALBERTO, soldato.
           

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           Avvicinandomi al nemico, saluto gli amici!
           Cap.le NINO NANNI.
           

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           Da circa un mese siamo a riposo, e, nelle ore libere, tanti e tanti ricordi mi si affacciano alla mente. Ricordo quei giorni passati in trincea e le prime impressioni della guerra; ricordo anche tanti e tanti che biasimavano i volontari autori della guerra! Si ricordino questi che noi sentimmo di essere italiani, sentimmo il nostro dovere e partimmo per dove la Patria ci chiamava ed eravamo contenti di poter dare il nostro braccio, la nostra vita per essa! Si ricordino che, fin quando abbiamo forza di sostenere un fucile, fin quando una stilla di sangue percorrerà le nostre vene, combatteremo l'acerrimo e secolare nemico; che pensino ai nostri grandi eroi, che sfidavano il patibolo e si facevano martirizzare per la unità e indipendenza d'Italia, e rammentino le parole di G. Mazzini quando vide realizzato il suo sogno: «Io l'ho fatta, ma sta voi a farla grande».
           Ho sofferto, ho passato dei brutti momenti, ma mai la mia coscienza mi ha rimproverato del passo che diedi, anzi son contento, felice di poter dare il mio contributo alla mia patria, a quella terra di cui parlo la lingua, godo la grandezza, ne porto il nome glorioso. Due sono i miei grandi amori: Mia madre e la mia Patria! Se dovessi morire, ben contento darei la vita all'Italia, col sorriso sulle labbra, collo sguardo al cielo, col tricolore sul petto!
           Mi auguro che possa avere sempre forza, acciocché non mi assenti mai dal posto che occupo, acciocché possa baciare la bandiera che ben presto sventolerà su Trieste.
           Nei giorni delle azioni di nulla temevo. Le nostre brave artiglierie facevano massacro, mandando tutti i colpi a bersaglio, e noi tutti, spinti dal sentimento del dovere, uscivamo dalle trincee bramosi di abbattere l'aquila bicipide.
           L'Italia è destinata ad essere nazione grande; a noi la vittoria, e siano benedetti tutti coloro che hanno sparso, che spargono e che spargeranno il loro sangue sul campo dell'onore, per la difesa dei propri diritti.
           Col grido entusiastico di Viva il Re, viva la Patria invio i più sentiti auguri e saluti a tutti gli amici ed ai parenti!
           Cap. ALBERTO RUSCITTI, di Città S. Angelo, allievo ufficiale.
           

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           Saluti carissimi alle nostre famiglie, nonché spose, parenti ed amici, con l'augurio di presto rivederci.
           G. DI SABATINO, Sergente di Teramo.
           DANTE OLIVIERI, Sergente di Penna S. Andrea.
           

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           Da questa sacra terra, ove i figli d'Italia versano con entusiasmo il sangue per la grandezza della Patria, invio un affettuoso saluto al carissimo Abate Eliseo Mirelli di Castiglione della Valle.
           QUINTO BRUNI, Sergente Maggiore.
           
           
           Avanti, avanti, o fulgidi, drappelli de la gloria!
           Avanti, o schiere indomite, sacre a la libertà!
           Avanti! È in vostro pugno la pace e la vittoria:
           la libertà del mondo in vostro pugno sta.