I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


I prigionieri di guerra

           Norme per le famiglie - Come si deve corrispondere - Niente telegrammi personali - Non si possono inviare pacchi postali - Tutti devono rivolgersi esclusivamente alla Commissione dei prigionieri di guerra.
           
           Le domande d'informazioni concernenti i prigionieri di guerra italiani in Austria debbono essere rivolte unicamente alla Commissione ovvero ai Comitati regionali e Sotto-Comitati della Croce Rossa, che trasmettono le domande alla suddetta Commissione, la quale gode la franchigia postale sia nell'interno del Regno, sia per l'estero.
           Il Ministero delle Poste e dei Telegrafi ha stabilito che questo ufficio abbia funzioni di ufficio postale e che transitino per esso tutte le corrispondenze dei prigionieri di guerra (italiani e austriaci), e delle loro famiglie, donde spesso si desumono notizie utilissime per identificazioni e controllo.
           Tutta la corrispondenza delle famiglie italiane, diretta ai loro congiunti militari prigionieri di guerra internati nei campi di concentrazione, o degenti in Ospedali austriaci, deve essere inviata a questa Commissione; unica via perchè possa giungere a destinazione. La Commissione procede ad una prima revisione delle lettere e cartoline, per stabilire se esse possono venire ammesse dalla censura austriaca. In caso che non rispondessero ai requisiti richiesti, esse verranno rinviate alle famiglie per le opportune modifiche. Necessita quindi che il mittente scriva in modo leggibile a tergo della lettera o sulla cartolina il suo nome e l'indirizzo.
           La corrispondenza (cartolina o lettera aperta) non dovrà contenere alcuna allusione ad avvenimenti politici o militari, e l'indirizzo dei prigionieri dovrà essere completo (nome, cognome, grado, luogo di concentramento) e scritto chiaramente.
           La corrispondenza indirizzata alla Croce Rossa, ammenoché sia consegnata a mano ai Comitati regionali, alla Croce Rossa, deve essere affrancata; non così quella destinata ai prigionieri di guerra che la Croce Rossa inoltra in franchigia.
           Il danaro ai prigionieri può essere inviato staccando un vaglia internazionale.
           Con mezzo pratico e sollecito il danaro può essere anche rimesso alla Commissione, la quale ha già organizzato e impiantato un regolare servizio con un primario Istituto bancario, per la più sicura e regolare rimessa ai destinatarii. Si consiglia di inviarne poco per volta, piuttosto è preferibile ripetere le rimesse a brevi intervalli.
           L'Austria rifiuta di far recapitare i telegrammi personali diretti ai prigionieri, anche se indirizzati ai Comandi dei diversi campi di concentrazione od alle unità ospitaliere. Però si spera che quanto prima il servizio telegrafico potrà funzionare regolarmente.
           Non è ammesso per il momento rinvio di pacchi postali ai prigionieri di guerra internati in Austria. Sono però in corso attive trattative per regolare anche questo servizio, del cui esito felice non vi è dubbio.
           L'Austria non ammette richieste di notizie individuali: occorre perciò farne domanda esclusivamente alla Commissione Prigionieri di guerra della Croce Rossa italiana, indicando esattamente l'indirizzo della famiglia richiedente, perchè si possano immediatamente partecipare le informazioni, appena esse collettivamente pervengono dalle autorità straniere.
           E' necessario che il pubblico italiano sappia che tutte le richieste d'informazioni, notizie, invio di corrispondenze, debbono essere rivolte ed appoggiate esclusivamente alla Commissione dei Prigionieri di guerra, la quale sola, senza rappresentanze, accentra tutto il servizio italiano dei prigionieri di guerra. È d'uopo quindi che tutti si astengano d'ora in avanti dal rivolgersi al Comitato Internazionale della Croce Rossa sedente in Ginevra, ed ai delegati italiani autorizzati presso il medesimo, i quali non avendo le liste dei prigionieri italiani spedite dall'Austria, non potrebbero in alcuna maniera, come non possono dare informazioni se non trasmettendole — come fanno — per competenza, alla Commissione Prigionieri, con evidente perdita di tempo per gli interessati.
           Così pure per la ragione che le liste ufficiali del Governo austriaco pervengono esclusivamente alla nostra Commissione, sarà bene che le famiglie italiane si astengano dal rivolgersi ad uffici o ad agenzie italiane od estere, le quali anche dovrebbero attingere le notizie dal casellario che esiste sempre aggiornato presso la Commissione Prigionieri di Guerra della Croce Rossa.
           Per opportuna norma, ad evitare abusi che ingenererebbero aggravio di lavoro e perdita di tempo, prezioso per la trasmissione delle notizie agli aventi diritto, la Commissione ha stabilito di non rispondere altro che a domande di congiunti di prigionieri o quanto meno ai Comandi regionali e alle Croci Rosse estere.