I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1916


Il saluto dei nostri soldati

           
           I destini si compiono; e li compite voi, o eroi del Carso, del Cadore, della Carnia, del Trentino. Eroi e martiri nello stesso tempo vi siete mostrati degni del sangue che vi scorre nelle vene, della terra in cui nasceste, avete mostrato al mondo che i figli d'Italia non sono gli straccioni che vengono disprezzati in America e altrove, non sono i briganti, gli assassini volgari, ma sono eroi che guardano serenamente la morte, martiri che non contraggono un muscolo sotto il dolore dei supplizi. Voi avete rivendicato il nostro passato e l'alba che spunta è rossa del vostro sangue, è radiosa del vostro eroismo e del vostro entusiasmo.
           Sulle tombe dei caduti piovano fiori e si inghirlandino corone di querce, le spose non piangano: ad esse non è lecito il pianto, perché offende chi muore per la patria, ma insegnino ai figli il nome dei padri gloriosi, i poeti innalzino canti sublimi, magnificandone le imprese, la generosità, il sacrificio, i soldati continuino a mostrarsi prodi in faccia alla patria che confida in loro e in faccia al mondo che col ghigno cerca di nascondere l'ammirazione.
           Pace e gloria ai caduti! Benedetti voi, vittime della morte che cercaste una gloria e scioglieste un inno, la gloria del dovere, l'inno del valore.
           E gloria, salute a voi, o combattenti! In voi sia fede, coraggio, speranza. Noi dobbiamo continuare arditamente in quella missione di civiltà che dal popolo è stata voluta e benedetta con generale entusiasmo; noi dobbiamo mantenere saldo il nostro vessillo sui lidi adriatici, sulle cime delle Alpi, già nostre, quando le aquile romane spiegavano il volo ardite e possenti e che i destini della nazione vogliono restituite alla nostra grandezza.
           O Italia, o patria mia, abbandonandomi all'onda d'uno spirto gentile ti ripeto, ave! Tu sei stata grande nell'augusta età romana quando irradiasti pel mondo la forza ed il giure, tu coll'Umanesimo e col rinascimento trionfasti delle tenebre medioevali che l'addensarono papi e barbari, tu accogliendo l'esempio della Rivoluzione francese compisti il glorioso risorgimento che ti rese una, libera, indipendente, perciò sicuro che da tanto glorioso passato saprai trarre l'augurio, l'esempio e la forza per le nuove battaglie e conquiste presenti, io, per te pieno di fede, di amore e di speranza, grido: Ave, ave, o Italia mia!...
           SACCHETTI MANFREDI, Caporale Maggiore, di Notaresco.
           

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           A mio fratello Ugo combattente,
           Va, va fratello; corri, corri dove più feroce è la mischia, dove più grande è il pericolo e fa vedere al nemico come combattono i teramani.
           Primo tra i primi, forte tra i forti, slanciati all'assalto con impeto, e lotta fino all'estremo. Ti sia di guida la Stella d'Italia, stimolo perenne l'amor di Patria! Da buon soldato, da fiero figlio del forte Abruzzo che in tutti i tempi ha dato eroi, sfida il nemico e corri impavido verso la gloria. Io solcherò i flutti insanguinati dell'Adriatico, tu correrai vittorioso sulle balze del Trentino e insieme per vie diverse, ma per la stessa causa, combatteremo fino all'ultimo, fino a quando non piede nemico calcherà le nostre terre, fino a che non più navi nemiche solcheranno i nostri mari. Va, va fratello: è tempo d'agire; la patria chiama! Ritorna vincitore.
           Tuo fratello REMO SFORZA, Volontario nella R. Marina, di Teramo.
           

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           Non appena potrò inviare l'abbonamento al Corriere, lo farò subito. Prego che non mi venga interrotto l'invio del pregiato giornale del nostro simpatico e ridente Abruzzo.
           Saluti, saluti.
           SANTOMO ALFONSO, skiatore alpino.
           

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           Non appena rientrato dalla licenza, ti invio i miei più affettuosi saluti, significandoti, nello stesso tempo, il mio dispiacere per non aver potuto, a causa della brevità del tempo, rivederti. Scusami tanto e voglimi bene.
           Saluti.
           STAGIONI GIUSEPPE, Caporale, di Loreto Aprutino.
           

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           Da oltre un mese non ricevo più il giornale. Le sarò grato sé vorrà provvedere, affinché mi giunga regolarmente come prima.
           Spero avrà ricevuto, nel Gennaio, un vaglia di L. 3 per abbonamento anticipato di un semestre.
           Gradisca i miei cordiali saluti.
           GIUSTINO SBRACCIA, Sottotenente, di Teramo.
           (N. Il giornale le viene spedito regolarmente come per lo passato. Ci pervenne a Gennaio la cartolina vaglia e gliene accusammo ricezione. Distinti saluti.)
           

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           Adesso sono a riposo, e godo ottima salute. Saluti al sig. Direttore; a Berardo Cialoni, alla mia famiglia, agli amici.
           Ricevo puntualmente il giornale.
           VINCENZO SQUARCETTA, Caporale Maggiore di Teramo.
           

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           Sarà cortese di voler mandare al sig. Zaffiro Marino Caporale dello S. M. 142 Reggimento Fanteria il suo Corriere. Ci siamo incontrati sul monte Fortino. Riguardo al costo dell'abbonamento egli stesso l'invierà subito.
           Saluti cordiali e affettuosi.
           FILIPPINI ROMEO, soldato.
           

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           Raccomandiamo a quei militari che non han pagato ancora, di farci pervenire il prezzo d'abbonamento almeno per il primo semestre.
           Ricordiamo che per i militari l'abbonamento annuo è di lire sei e quello semestrale è di lire tre.