I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1917


Il Duca D'Aosta fra i soldati d'Abruzzo

           
           Sua Altezza Reale il Duca d'Aosta, l'illustre condottiero della gloriosa Armata operante su l'Altipiano Carsico, è il generale più conosciuto ed amato dai soldati, in mezzo ai quali Egli va spesso a portare con la presenza della sua augusta persona e con la parola calda di fede, il saluto e l'ammirazione della Patria riconoscente.
           Non v'è ufficiale, non v'è soldato alla frontiera, i quali non riconoscano subito la bella figura militare del Principe, e di lui non ricordino con orgoglio una cordiale ed affettuosa stretta di mano, una parola buona ed incitatrice. Perchè Emanuele Filiberto di Savoia è sopratutto un soldato, e come tale Egli sente nell'animo l'affetto vivo, che lo lega alle sue eroiche truppe.
           

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           Nei giorni scorsi passava in rivista il 17. e il 18. reggimento fanteria della gloriosa brigata «Acqui.»
           La terra d'Abruzzo può ben dire d'avere meritato della gratitudine della Patria, perché basta citare il nome di questa vecchia brigata per far ricordare le più belle e gloriose pagine della nostra guerra. Ed i figli de l'Abruzzo sono in gran maggioranza nel 17. e nel 18. fant.
           L'Abruzzese è uno dei migliori soldati d'Italia. Resistentissimo alle fatiche, ha nei muscoli la tempra della nostra terra aspra; abituato ai lunghi silenzi della montagna, è poco ciarliero, taciturno quasi, ma pieno di quella iniziativa personale, propria dei montanari; nella vita di trincea si mantiene calmo e caldo di fronte a tutti i disagi; nell'assalto il suo sangue ha il fuoco dei meridionali, ed il suo corpo tarchiato e pesante acquista uno slancio ed una elasticità impensati. E ben lo sanno gli austriaci i quali tante e tante volte han dovuto cedere all'impeto travolgente dei forti abruzzesi.
           In mezzo a questi magnifici soldati volle l'altro dì venire Emanuele Filiberto di Savoia; per soddisfare — come egli disse — ad un suo intimo e vivo desiderio di Principe e di soldato.
           

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           La visita ebbe luogo in un ampio stradone nei pressi di ... una delle più belle cittadine della contea di Gorizia, e che per la prima salutò la nostra bandiera liberatrice.
           Da qualche giorno nevica sulla Venezia Giulia, e tutta la pianura, dal mare ai monti di Gorizia, è coperta da un alto strato di neve, che ancora continua a cadere abbondantemente. Da parecchi anni non si era avuto un inverno così rigido in questa regione.
           Ma il Principe è un soldato e, malgrado il rigore della stagione, Egli si è recato in mezzo ai soldati de l'Abruzzo, allineati sullo stradone bianco per la neve.
           I soldati avevano le divise nuove, le giberne lucide, i fucili ben oleati e puliti, le belle scarpe ingrassate. Se non avessero portato l'elmetto e la maschera contro i gas, si sarebbero creduti soldati usciti ora dalla caserma per una parata in piazza d'armi.
           I due reggimenti, al comando del colonnello brigadiere Leone, compirono i movimenti preparatori della rivista con una precisione straordinaria, e si allinearono in perfetto ordine con al centro le loro vecchie e gloriose bandiere.
           

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           Alle 11 precise giunse il Duca, al quale le truppe presentarono le armi, mentre la musica suonava la Marcia Reale. Sotto la neve, a piedi, il Principe percorse la fronte dei due reggimenti, e li passò in rivista. Quindi le truppe si ammassarono e formarono un quadrato attorno a Sua Altezza Reale, il quale con voce forte e ferma, parlò ai soldati della brigata Acqui:
           Foste voi, ufficiali e soldati della eroica Brigata Acqui, che incontrativi per la prima volta col nemico sull'Isonzo lo respingeste sulla via opposta; foste voi che lo sbaragliaste a Vermegliano, che gli strappaste le forti trincee di Selz, e le manteneste saldamente, malgrado i violenti ritorni offensivi dell'avversario. Questo voi avete compiuto, acquistandovi il plauso e l'ammirazione di tutte le truppe della gloriosa Terza Armata.
           E quando le vicende della guerra vi portarono su l'altro settore, voi, col vostro coraggio, con la vostra fede, arginaste l'invasione nemica sul suolo della Patria, e respingeste vittoriosamente l'austriaco.
           Questo voi avete compiuto, o ufficiali e soldati, ed altre pagine gloriose saprete aggiungere alla storia dei vostri bei reggimenti. Io fo grande assegnamento su voi, sul vostro valore, e la fiducia ch'io ho in voi mi rende più fermo nel convincimento e nella certezza di ottenere la vittoria.

           

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           Sua Altezza Reale volle poi riunire attorno a sè gli ufficiali della Brigata, ai quali tutti strinse la mano, esprimendo la sua alta soddisfazione per il modo col quale le truppe gli erano state presentate. Dopo si fece presentare tutti i militari di truppa decorati, oltre un centinaio, e di ognuno s'informò dell'atto di valore compiuto.
           Quindi, mentre la neve cadeva più fitta, le truppe, precedute dal loro comandante, in perfetto ordine sfilarono davanti al Principe, il quale rinnovò al colonnello brigadiere Leone, i sentimenti del suo compiacimento, incaricandolo di rendere ciò noto alle truppe della gloriosa Brigata Acqui alle quali si sentiva legato da un vivo attaccamento.
           

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           È traditore e vigliacco chi parla di guerra e non va alla guerra!
           La Giustizia a. 1538