I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1917


La morte d'un eroe

           
           Isola del Gran Sasso 26- 9
           Oggi, accanto all'Abruzzo intellettuale, che fu ispiratore di tele e di pagine imperiture, accanto all'Abruzzo religioso, che sa inginocchiarsi tra gli armenti per santificare con anima antica immagini e simboli primitivi, accanto all'Abruzzo industriale, che santifica la scienza è sorto, forte e raggiante, l'Abruzzo eroico! Ogni città, ogni paese, ogni piccolo villaggio annovera i suoi morti per la causa santa, e li esalta e benedice. Ed anche il nostro paese ai tanti, che fecero olocausto della loro giovane età sull'altare della Patria, aggiunge oggi un altro eroe: Donato Ciavarelli, serenità guerriera, spirito magno di grandezza e di sacrificio.
           Partì orgoglioso di partecipare anche lui alla grande tragedia, che sconvolge l'intera Europa; partì animato da una fede divina, da un'idea sublime, da un nome santo: libertà! Prese parte ai vari combattimenti svoltisi sul Carso, e sempre adempì al suo dovere di cittadino e di soldato italiano. Ma un bel giorno, mentre era lì al suo posto di combattimento, che mai volle abbandonare, nemmeno nei momenti più terribili della mischia, una palla nemica lo colpì alla testa. Ricoverato in un ospedaletto da campo fu curato amorevolmente onde rendere la ferita sanabile. Ma invano! L'11 c. m. la sua giovane vita venne recisa dalla morte crudele! Morì con semplicità, come sanno morire i soldati d'Italia! Morì conscio di aver compiuto il suo dovere verso la madre patria, col pensiero alla sua diletta consorte, ai suoi teneri pargoletti. Ma sulla sua tomba noi non intoneremo l'inno funebre, ma il peana della vittoria, poiché non morì della misera morte comune, ma illuminato da un nome divino: Italia! Italia!
           La cittadinanza isolana ha appreso con vivo dolore la morte dell'eroe, che era da tutti ben voluto ed amato.
           Donato Ciavarelli, soldato del ... fanteria, caduto sul Carso il giorno 11 Settembre 1917, il tuo cuore glorioso sarà portato in cima delle tue schiere dai tuoi compagni fedeli! E noi ti vedremo raggiare da lungi come uno dei fari che illumineranno la via per Trieste, al sommo delle Alpi valicate, in vista al mare sacro! Donato Ciavarelli, figlio dolce e fiero d'Abruzzo, il tuo nome sarà chiamato in tutti gli appelli, e tu apparirai presente, perchè qualcuno risponderà con voce, che sembra la tua voce, e noi tutti t'udremo, perchè tu non moristi!
           
           Ricci Nestore
           Montorio 24-9.
           Un valoroso è caduto per la grandezza d'Italia: Ricci Nestore, figlio primogenito del buon Cesare, stimato insegnante delle scuole di Montorio al Vomano. E sulla sua tomba, certo non cosparsa di fiori, fiorisce almeno il tributo di ammirazione dovuto ai forti e ai valorosi, che più hanno sentito l'amor di Patria e chi per la Patria sono caduti.
           I sensi patriottici infatti ebbero nel povero Nestore la più notevole espressione.
           Non era nuovo alle armi: fece già la campagna libica e tornò volontariamente dall'America, all'inizio della nostra guerra, per riprendere, con coraggio e con fede nel successo, il suo posto di combattente. E fu un soldato che non ebbe paura del nemico, e scherzò con la morte, tanto da venir sempre designato ai servizi più arditi.
           Partecipò alla presa di Gorizia, riportandovi una ferita piuttosto grave nella regione eliscale; fu ferito una seconda volta al ginocchio, e, inviato più tardi sul Trentino, ebbe un congelamento ai piedi.
           Da poco tempo era stato messo in una sezione di pistola mitragliatrice, l'arma micidiale! Nell'ultima cartolina, in data 19 agosto, così scriveva alla mamma le sue belle speranze dei nostri allora imminenti successi, che si sono realizzate: «Trovomi nella trincee di prima linea; posso assicurarti che questa volta si sperano ottimi risultati; la nostra vittoria non è molto lontana».
           Onore a lui, che è caduto da prode; e la sua morte, veramente egregia, sia di conforto ai suoi buoni genitori.
           
           
           Guido Stella
           È tornato in licenza il sottotenente Guido Stella, che fu ferito in uno dei recenti combattimenti. L'abbiamo rivisto con piacere, ed ora gli rinnoviamo il saluto amichevole.
           
           Teodoro Pepe
           Ci giunge da Forcella notizia della morte del sergente Teodoro Pepe, un bravissimo soldato che era in zona di guerra, fin dal Maggio 1915. Egli aveva preso parte a infinito numero di azioni così sul Carso, come sul Trentino e, da semplice soldato aveva per merito di guerra raggiunto il grado di sergente.
           Ultimamente veniva ferito da proiettile alla coscia, in uno degli asprissimi combattimenti a Monte S. Gabriele.
           La morte del bravo sottufficiale ha prodotto la più penosa impressione in tutta Forcella, ove egli era amato e stimato da tutti per le sue virtù di buon cittadino.
           Alla madre afflittissima, alla sorella, ai fratelli che sono al fronte una parola di vivo conforto.