[Elenco dei Nomi]

(...segue) Saccà Vincenzo
ispettore di P.S., patriota, Mosciano S. Angelo (4-5-1887).

[Inizio Voce]


Giovedì a sera il carro funebre venne a Teramo, e la bara fu deposta a S. Agostino. Ivi ieri mattina non ostante che l'invito era stato diramato da un privato e non dal prefetto che ci sembrava più adatto, era convenuta gran folla. Sul piazzale stanno schierati mezza compagnia del 44. comandata dal tenente Gallucci, ed un grosso pelottone di carabinieri in alta tenuta, che all'arrivo del tenente colonnello cav. Campilanzi in testa a tutta l'ufficialità fanno il presentat'arme. Vi sono tutte le autorità e funzionari, tutte le associazioni cittadine con bandiere, compresa quella dei reduci; moltissimi amici dell'estinto. V'era anche il ff. da sindaco di Mosciano. Il corteo si muove poco prima delle 9, ed aperto dalla compagnia religiosa, viene chiuso dall'Arma dei rr. carabinieri. I cordoni della bara erano tenuti dal senatore Irelli, dal primo segretario dell'Intendenza e presidenze del tribunale a destra; dal prefetto, assessore della Cananea e procuratore del re a sinistra. Sulla bara, insieme a molte corone, era deposta la sciarpa tricolore, ornata di molte medaglie commemorative. Sotto l'arco di porta reale, cessato il suono funebre della banda cittadina, l'on. Irelli fu primo ad additare l'estinto come esempio di patriottismo; indi il consigliere delegato conte Contin lo considerò come patriota, padre di famiglia e pubblico funzionario, tessendone gli elogi, ritenuti giusti e meritati dagli astanti; terzo il comm. Ginaldi lesse una breve necrologia dell'amico. Nel cimitero, il presidente della società dei reduci diede l'addio all'antico commilitone. I tre ultimi discorsi potremo pubblicare nel prossimo numero. Vincenzo Saccà era nato nel 1825 in Reggio di Calabria, e giovinetto ancora congiurò per la liberazione della patria dalla tirannide borbonica, insieme ai Plutino,

(segue...)