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(...segue) Ciotti Giovanni
politico, benefattore, Teramo (11-2-1891).

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Ciotti Giovanni
politico, benefattore, Teramo (11-2-1891).

dell'intendenza di finanza, essendo stato il defunto tesoriere generale. Sulla bara c'era l'antica divisa con spadino e la croce di cavaliere. La chiesa dello Spirito santo era riccamente addobbata con centinaja di candelabri ardenti. Molte corone. Funzionava il Capitolo aprutino. Il lungo corteo passò per la piazza ed imboccò nel Trivio. Le botteghe delle vie percorse erano chiuse. Fuori Porta Reale, il sindaco Costantini diede l'ultimo vale all'estinto, il quale in vita aveva preso parte per più diecine d'anni alla gestione del Comune. Disse nella sua improvvisazione che il cav. Ciotti nacque 85 anni fa da famiglia che nel 1817, anno di memorabile carestia, fu prodiga dei suoi averi verso i derelitti della fortuna. Nel 1848 fu capitano della G.N. e dopo la reazione, egli ritenne il posto di tesoriere generale servendo sì il Borbone, ma giovando ai liberali, col deporre avanti alla Corte marziale a favore loro. Questa condotta di uomo probo e non proclive agli eccessi, gli permise di tosto fare adesione al nuovo Governo, anzi fu egli uno di quelli che andarono ad invitare il Re Galantuomo a nome di Teramo nel 1860. Liberale dei suoi averi per le arti, per le industrie agricole, generoso verso i poveri, amante del decoro della città, ha dovuto cedere alle ragioni imprescrittibili della natura; ma questa solennità dei funerali, questo unanime compianto, conchiuse l'oratore, è una protesta contro la stessa natura, perché se questa può inesorabilmente uccidere il corpo, non può cancellarne il nome dalla memoria delle presenti e future generazioni (bene, benissimo). Dopo di ciò, il corteo si sciolse. Una moltitudine di poverelli accompagnò la bara al Cimitero. Il cav. Ciotti era per essi molto benefico. Auguriamo che i superstiti figli continuino questa tradizione e consacrino il nome del padre a qualche pio istituto. [appr. 18-2-1891]