[Elenco dei Nomi]

(...segue) Forti Valerio
patriota, sottoprefetto, Teramo (10-5-1893).

[Inizio Voce]


Sardegna. Entrò poscia nello studio dell'avv. Conforti nella qualità di patrocinatore, e colà fece relazioni col Mancini, col Pisanelli, con lo Scialoja ed altri illustri profughi napoletani. Egli attenuava la durezza dell'esilio col lavoro. Per la costituzione di Francesco II, e relativa amnistia, tornò in Teramo, festeggiato dagli amici. Caduto il Borbone, il Forti fé parte del Governo provvisorio che si costituiva in Teramo il 7 settembre 1860. Entrato poco di poi nel Consiglio di Prefettura, fu mandato come sottoprefetto in Penne, dove il suo predecessore Domenico de Blasiis, aveva avuto per miracolo salva la vita in un tumulto popolare. Vi rimase qualche tempo, amato e stimato da tutti. Traslocato alla Prefettura di Chieti come consigliere, vi rimase fino a che non fu messo a riposo per restrizione di personale. Visse in Teramo lontano dai pubblici affari, ma conservando sempre l'antica vivacità di spirito. Era un tipo di vecchio arzillo, dalla slanciata ed elegante figura, a cui non avresti dato quel peso di anni ch'egli sopportava con baldezza giovanile. Sul letto di morte, nell'atrocità dello spasimo, non venne meno al suo passato. Non chiese il prete, e morì nell'amore de' suoi cari, ai quali legò il suo nome di patriota e di liberale non dell'ultima ora. Che una lapide insegni ai giovani la tomba che racchiude i resti mortali di colui che seppe vivere e morire nella religione del dovere! In tanta flacidezza di carattere, quella tomba ritemprerà gli animi e mostrerà a noi che la vecchia generazione fu molto più adamantina della nostra! [appr.]