[Elenco dei Nomi]

(...segue) Cameli Innocenzo
studente, commerciante, Teramo (16-6-1900)

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su un sedile, qualcuno corse a chiamare il medico provinciale cav. Combi che abita nel palazzo Cerulli. Il dottore corse immediatamente, ma trovò il povero Cameli boccheggiante: dopo pochi minuti spirava. La palla non aveva toccato il cuore, ma, attraversando lo stomaco, aveva spezzata l'aorta. La notizia orribile in un momento si sparse per la città: e fu un accorrere ai giardini pubblici di una folla di gente. Si notava da tutti la fatalità crudele che perseguita la famiglia Cameli e si ricordava la morte che cinque anni or sono si dava volontariamente un altro fratello, amato e stimato nella cittadinanza, Oreste, che gettavasi dall'alto ponte di Venaccorvo. Moltissimi amici dell'Innocenzo, dei quali alcuni qualche ora prima si erano con lui trattenuti senza accorgersi affatto del suo disperato proposito, circondarono piangendo il cadavere. Si recava intanto sul posto il pretore per le constatazioni di legge. Furono trovati nelle tasche del defunto un portafogli, alcune lettere, un portasigarette e un pezzo di carta su cui era scritto: Tema: Cosa bella e mortal passa e non dura. Il cadavere venne trasportato all'ospedale. La famiglia ebbe improvvisamente la dolorosa notizia mentre si trovava a pranzo. Figurarsi la scena di strazio che ne seguì! Rimasero tutti affranti, annientati sotto il nuovo spaventevole colpo di sventura. Il Corriere esprime alla famiglia Cameli le sue condoglianze. — I funerali ebbero luogo ieri, alle ore 18, muovendo dalla Chiesa di S. Agostino. Vi parteciparono molti amici del defunto e una gran folla commossa. Molte corone furono inviate dalla pietà dei parenti e degli amici.