[Elenco dei Nomi]

(...segue) Candelori Michele
medico, politico, Castiglione Messer Raimondo (5-3-1916)

[Inizio Voce]


ore di matta e geniale spensieratezza e di studii severi e fecondi, sono superstiti i soli Ventura e Carugno. E con la morte di essi quanta luce d'intelligenza, quanta bontà di cuore è venuta scomparendo! Il Candelori, come gli altri, praticò la clinica di Gaetano Paolucci il quale predilesse sovra tutto lui ed il De Annibalis, e fu per essi padre, fratello impareggiabile più che maestro. Attraverso le vicende liete e dolorose della vita, quella comunione di affetti che si era stabilita tra il grande clinico ed i discepoli diletti non venne mai meno. Al Paolucci dolse che il Candelori e il De Annibalis fossero tornati in Provincia «a perdersi», come Egli diceva, perchè non sarebbe loro mancato un posto nell'insegnamento. E quante volte il Maestro poté far sapere al Candelori che ragioni di professione lo chiamavano in Abruzzo, egli accorreva lieto nella casa ospitale del De Annibalis in Giulianova, ed ivi ai dolci ricordi della vita universitaria si mescolavano discussioni sui più alti problemi di medicina che allora si agitavano. In paese esercitò la sua professione con sapienza e dignità incomparabile. Del maestro ritrasse anche una qualità di molto pregio: il disinteresse. Godeva prestare le sue cure in prò degli umili, dei derelitti dalla fortuna. Ebbe a cuore le condizioni igieniche della sua Castiglione, ed all'uopo meditò a lungo un progetto grandioso che, attuato, avrebbe portata la redenzione ad una plaga immensa del secondo circondario. E quando il disegno in sua mente gli parve maturo, lo bandì alle popolazioni dapprima incredule e poscia entusiaste: convogliare le acque che sotto Campo Imperatore sgorgavano pure e voluminose, per distribuirle ai Comuni dal monte alle sponde del mare. Per esso disegno studiò, fece viaggi, intraprese ricerche in ingegneria idraulica,

(segue...)