[Elenco dei Nomi]

(...segue) Candelori Michele
medico, politico, Castiglione Messer Raimondo (5-3-1916)

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che data la versatilità grande del suo ingegno, assimilò maravigliosamente, affrontando amarezze e disinganni che non scossero la sua fede nel trionfo finale della grande idea, tanto in lui era forte il sentimento del bene. Né s'ingannò, ché allorquando si costituì in Atri il secondo consorzio per la conduttura delle acque della Vitella d'Oro, egli vide coronati i suoi sforzi e si consolò delle patite amarezze. In quel giorno il pensiero dei delegati si volse unanime e reverente verso colui che era stato l'ispiratore e l'apostolo del gran disegno che segnava un gran passo nella via del progresso nella nostra regione. Cittadino, ebbe carattere inflessibile. Non deviò mai dalla rigida linea di condotta che gli additava una coscienza retta e che non conosceva mezzi termini od adattamenti. Si ebbe perciò l'ammirazione e la stima degli avversarii. Amò teneramente i fratelli dei quali era orgoglioso. Non avendo creata una famiglia, fu un secondo padre per i nipoti verso i quali nutrì affetto infinito. Un male lento, insidioso ne minava da gran tempo l'esistenza. Egli se ne accorava pur avendo fiducia di poterlo superare. Chi scrive lo rivide l'ultima volta in Teramo, ove contava di passare gli ultimi anni di vita sua nel Dicembre del 1914. Ne' fidi colloquii si rievocarono la luminosa figura del Maestro e dei cari perduti: Tommaso Roscioli e Nicola De Annibalis. Egli ormai non viveva che di memorie. Nell'atto del comiato disse: Che sarà di noi quando avremo perduto Paolucci? A lui sembrava che non si potesse, non si dovesse vivere, spenta che fosse la gran luce che emana dal venerato Maestro. Al certo c'era qualche cosa di esagerato in quelle parole. Gl'individui come i popoli, non si disorientano per la scomparsa di un uomo per quanto grande egli sia. Gli uomini passano,

(segue...)