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      C'erano ancora dei vecchi Giacobini che avevano assorbito lo spirito rivoluzionario fin da quando erano passati i primi francesi da Montenotte, e non si erano mai ravveduti; ma tacevano, e bastava lasciarli morire naturalmente ad uno ad uno. Se qualcuno di essi aveva qualche volta alzata la voce, la aveva alzata subito più di lui qualcun altro che era stato barbetto e a ricordo di tutti s'era vantato d'aver da giovane seppellito più d'un francese di quei primi venuti, colti sbandati per la campagna, nei tempi delle loro invasioni o della loro ritirata del 1799. E il giacobino taceva, per non essere mandato ramingo nel mondo. Dunque la convivenza civile si era rimessa nella tranquillità, proprio così come aveva vissuto prima di quella brutta interruzione dei francesi e del loro Napoleone.
      Così pensavano in alto le grandi autorità, dei cui ordini erano esecutori zelanti in basso il sindaco, il parroco, il brigadiere. Quando questi tre erano d'accordo nel giudicare male d'un uomo, questi, poveretto lui! E non ci voleva molto a farsi colpire. Un bottegaio non chiudeva bene l'uscio del suo negozio prima dell'ultimo tocco per le funzioni sacre? Guai se si avvedeva il brigadiere. Questi entrava, tirava fuori il disgraziato pel bavero e lo trascinava in chiesa. Ciò lì per lì, ma poi appresso si sarebbe visto che fargli. Dispiaceva a qualcuno che quei tre condannassero troppo? Mormorava? Una buona lettera al comandante della provincia, ed egli era bell'e servito. Per cose poi di maggior importanza in cui entrasse ombra di maltalento verso il Governo, c'era la minaccia sempre paurosa della Sardegna, delle Saline; e si sapeva che di quelli che v'erano stati portati, come si diceva in proverbio, a zappare il sale, pochi ne erano ritornati.


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Cronache a memoria
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 64

   





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