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      Poi si erano udite cose pił gravi. Non ci sarebbe stato pił da tremar tanto; non pił dispotismo, ma libertą. Costituzione. Voleva dire che nessun sindaco d'accordo col parroco e col brigadiere avrebbe pił potuto perseguitare, far mettere in prigione, mandar in Sardegna nessuno. Ma gli amici del dispotismo, quelli che non avevano smesso il codino, il cappello a luna, le brache corte neppur nel tempo dei francesi cominciarono subito a malignare sulla parola e sciupavano Costituzione in costipazione.
      E presto fu un gran movimento di soldati. Venivano richiamati alle bandiere i provinciali, questi partivano o allegri o mormorando secondo gli umori: ma tutti sentivano che voleva venire la guerra e che si sarebbero visti di nuovo gli alemanni. Era questo il nome usato a designare la gente che veniva dai paesi dell'Impero; e molti, pronunciandolo, ricordavano un detto di quando gli austriaci erano stati nelle Langhe per due anni, avanti la battaglia di Montenotte. Meglio i francesi nemici che gli alemanni amici, era rimasto in quel detto: gli alemanni adunque dovevano aver fatto tribolare la gente. Ma c'era pure chi gli invocava di cuore; famiglie che quando le terre delle Langhe erano state dell'Impero, vi avevano dominato, quasi come se qualcuno le avesse messe al posto dei conti e dei marchesi sui ruderi dei castelli, e quelle famiglie, anche dopo che la Casa di Savoia aveva comprate dall'Austria quelle terre feudali, non avevano perduta la loro superbia, e del Ventuno disprezzavano in segreto, o cautamente in palese il Governo nuovo.


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Cronache a memoria
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 64

   





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