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      A Dego cominciò la fortuna di Lannes. In quell'ufficiale che conduceva così accorto ed ardito il suo battaglione contro il ridotto dei Magliani, l'occhio di Buonaparte indovinò il futuro duca di Montebello. Nel campo di Dego, la notte dopo il fatto d'armi, il giovine colonnello Muiron sognò d'aver salvata la vita al generale in capo, e di aver vista la Morte dare la posta a lui, per un'altra volta. E la morte lo colse ad Arcole pochi mesi di poi, appunto mentre egli copriva col proprio petto l'Eroe; l'Eroe che dopo tanta e sì lunga fortuna, caduto, si ricordò di lui, e voleva pigliarne il nome, per andar a vivere solitario al focolare del popolo inglese. Dolce ritorno di sentimenti umani nel cuor di quell'uomo che era parso un Dio. E a Dego, il 15 aprile, quando Wukassovich, ancora sbandato da Montenotte, arrivò tempestando sopra i Francesi sdraiati nella vittoria del giorno avanti, cadde il generale Causse menando alle difese un pugno d'audaci. Fu portato via morente. Buonaparte gli passò vicino. - "Dego è ripreso?" domandò il ferito con voce spenta. E Buonaparte: "Il ridotto sì!" - "Allora, viva la Repubblica! muoio contento!" disse Causse con le ultime forze, e spirò consolato dalla bugia generosa di Buonaparte. Bugia, perché appunto in quel momento Wukassovich si cacciava dinanzi come turbine i Francesi; e li sbaragliava se non arrivavano Victor, Masséna, Menard, Cervoni, tutti. Ond'egli, l'eroico vendicatore, dovè ritirarsi rotto, perseguitato, perdendo bagagli, armi, soldati: miracolo se potè giungere in Acqui vivo.


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Cronache a memoria
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 64

   





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