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      ». E un'altra voce rispose: «Generale!». Poi non s'udì più nulla.
      Intanto le ore passavano; eravamo cullati dall'onda e mi addormentai. All'alba fui destato, e vidi due navi maestose, lì ferme dinanzi a noi. Tutte le barche furono spinte verso quelle. Mi volsi addietro. Genova e la riviera apparivano laggiù incerte, in un velo vaporoso: ma là oltre, i miei monti esultavano alti e puri, dominando la scena!
      Una brezzolina increspava le acque; sulle navi si faceva un gran vociare; era una tempesta di chiamate, di apostrofi e anche di sagrati, che lasciavano il segno nell'aria come saette. Fu una mezz'ora di gran furia a chi facesse più presto a imbarcarsi; e anch'io potei finalmente agguantare una gòmena e salire. Ho sempre negli occhi un giovane, che in quel momento vidi convulso dibattersi in fondo ad una delle barche, tenuto a stento da tre compagni. Che fosse pentito o il mal di mare l'avesse ridotto in quello stato?
     
     * * *

      Si odono tutti i dialetti dell'alta Italia, però i Genovesi e i Lombardi devono essere i più. All'aspetto, ai modi e anche ai discorsi la maggior parte sono gente colta. Vi sono alcuni che indossano divise da soldato: in generale veggo faccie fresche, capelli biondi o neri, gioventù e vigore. Teste grigie ve ne sono parecchie; ne vidi anche cinque o sei affatto canute; ho notato sin da stamane qualche mutilato. Certo sono vecchi patriotti, stati a tutti i moti da trent'anni in qua.
      — Anche tu sei qui? esclamava uno abbracciando un amico: non eri a Parigi?


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Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 167

   





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