Pagina (79/167)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E soggiungeva: «Siete arrivati così di sorpresa!».
      — Però siete contenti? — gli chiesi.
      — Santo Diavolo; siete i nostri liberatori!
      Ce n'andammo, avviandoci ai Benedettini, dove era la nostra compagnia e ci abbattemmo nel cavallo del capitano Bovi, steso sotto un androne; quel povero cavallo che già aveva rischiato d'essere ucciso, la notte della discesa da Gibilrossa.
      — Questo è il cavallo, che quello sia il padrone? — disse Bozzani, inoltrandosi verso un morto che giaceva più in là. — Oh... vedi... vedi... è quel povero ragazzo che nella prima marcia da Marsala, fu messo in mezzo a noi da quel vecchio...!
      Doveva essere proprio quel giovinetto. Io non lo avevo più riveduto da quella prima volta, e a trovarlo là mi si mescolò il sangue con disgusto indicibile. Avessi potuto volare sulla capanna di quel vecchio, che in quel momento vidi nella pace lontana dell'orizzonte, a sentire se il cuore non gli diceva nulla!
     
     * * *

      Per le vie pareva giorno pieno. Le notizie che venivano di bocca in bocca, da tutte le parti della città, ci consolavano; i regi erano respinti sempre su tutti i punti. Le barricate, moltiplicate in ogni via, rendevano loro impossibile di rompere e tornare dentro. Sulle gronde, sui balconi, erano ammonticchiati tegoli, sassi, suppellettili d'ogni sorta; al punto in cui si era non rimaneva al nemico che incenerir la città, o lasciarla libera a noi.
     
     * * *

      Si diceva, il mattino del ventinove, che il Corpo consolare avesse protestato, e che le navi da guerra raccolte nella rada minacciassero di mandare in aria Castellamare, se il barbaro lanciar di bombe non fosse cessato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 167

   





Diavolo Benedettini Bovi Gibilrossa Bozzani Marsala Corpo Castellamare