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      Mi pare già di vederlo. Quando tutto sarà finito, in quattro o cinque passi, egli tornerà alle sue Alpi, nella solitudine della sua Pradalunga. E se gli diranno: Ebbene? Egli risponderà come se venisse da far una passeggiata. Ma a suo padre, oh! a suo padre narrerà tutto.
      13 d'ottobre.
      Nullo, Zasio, Mario, Caldesi, con una diecina di Guide comandate dal nostro Candiani, ieri partirono alla testa d'un battaglione, per luoghi lontani, che son di là dal Volturno, chi sa quanto, dov'è il Sannio, il tremendo Sannio. Nullo il braccio, Zasio la bellezza, Mario il pensiero, Caldesi la bontà. C'è tutto. Ma cosa vanno a fare? Chi dice che a incontrar Vittorio Emanuele, chi che a sedar una rivolta. A me par gente che va nel buio.
      14 d'ottobre.
      Ora sono proprio contento. Ho veduto l'uomo che per la semplice vita è forse ancor più intero di Garibaldi. Faccia quasi giovanile a settant'anni, persona quadrata che né fatiche, né stenti, né rovine d'ogni sorta non poterono fiaccare: berretto, soprabito, calzoni, tutto nero e assai vecchio, nulla di soldatesco. Ecco il general Avezzana. Tale fu forse il Vicario di Wakefield. È di quella tribù d'uomini che vanno avanti, con lo sguardo sempre fisso in certi punti lontani, che il mondo non vedrà mai. Eppure per essi quell'ideale lassù lassù, è realtà di vita interiore. Quanto all'esteriore e presente, sono come il Figlio dell'uomo che non sapeva dove posar il capo per dormire. Da mangiare n'avranno domani anch'essi, poiché n'hanno gli uccelli dell'aria.


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Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille
di Giuseppe Cesare Abba
pagine 167

   





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