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      Questo giovane, venuto su bello e vigoroso, era stato avviato a modo negli studi di latinitā da un buon prete del borgo di C..... grande amico del padre suo; e come si era scoperto in lui l'amore alla medicina, il maestro aveva fatto che la madre si era contentata di mandarlo allo studio di Torino. La povera signora, pur pregustando le benedizioni dei paesani, che non sarebbero pių morti in mano ai chirurghi di quei tempi e di quei luoghi, castighi di Dio; al pensiero della lontananza che le pareva dell'altro mondo, a figurarsi la grande cittā in cui il figliuolo s'andava a smarrire, aveva tremato pių che la madre d'un navigante che per la prima volta si metta in mare. Ma poi a poco a poco s'era quetata; e un anno dopo l'altro sempre aspettando le vacanze, sempre ricadendo nella malinconia al finire di queste: aveva finalmente veduto giungere l'ultimo anno, che egli sarebbe stato laggių; forse per lei il pių lungo. Tuttavia era lieta d'aver sofferto e di soffrire un altro po' di mesi, perchč ogni volta che il suo figliuolo veniva in autunno, scopriva in lui i segni d'un giovane cresciuto di pregi. E cosė senza avvedersene aveva mescolato al suo amore grande di madre una certa venerazione; per cui s'abbandonava sovente ad una dolce contemplazione dell'ideale che se n'era formato: e a vederla in quei raccoglimenti, uno avrebbe creduto che stesse pregando. In casa non aveva altra compagnia che d'una fantesca, la quale non sapeva bene da quanti anni fosse al mondo, ma si rammentava d'aver portato bambino il marito di lei; e perchč aveva fatto da aia anche al figliuolo, essa non usava dire di lui nč il signorino, nč il padrone, nč altro; ma lo chiamava alla buona Giuliano, come egli chiamava lei la nonna Marta.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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