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      Proprio in quel punto ricomparve Giuliano.
      «Qualche cosa da dirmi l'avrà di certo» - bisbigliò la signora, e dall'atrio entrò nella sala, seguita da lui e da Marta; la quale sussurrò nell'orecchio al giovane, che per amore di sua madre, facesse viso allegro. Poi andò in cucina per dare in tavola, lasciando che essi passassero nella stanza di là dalla sala, in cui la famiglia soleva mangiare.
      La signora non si era mai seduta là dentro, senza pensare al suocero ed a madonna, che essa non aveva conosciuti. E quando viveva il marito, aveva pigliato sempre un mesto diletto a farsi dire cenando la loro storia; storia che ripeteva sovente al figliuolo. Ma quella sera non pensò ai morti; e mentre Giuliano messosi a sedere, come fosse molto stanco, guardava i canestri di frutta dipinti nelle pareti, con quell'occhio che fissa e non vede: essa stendeva la tovaglia, metteva le posate e i tovaglioli, volendo e non trovando il verso d'appiccare discorso con lui, senza dargli a vedere l'ansietà che non le era cessata ancora. Al fine le venne alla mente il nome del buon prete di C......, e voltasi a Giuliano con quella dolcezza che sempre usava, sedette anch'essa e gli disse:
      «Oh appunto! e che nuove mi porti di don Marco?
      «Don Marco? Lo vidi da lungi e di fuga.... e mi parve triste....»
      «Come da lungi e di fuga? O non hai detto stamattina che andavi a C.... proprio per veder lui?»
      «Andai.... ma.... dopo il vespro egli era fuori pei monti, ad assistere non so che moribondo....»
      «Egli pei monti? Ma il parroco, i curati, gli altri preti giovani.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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