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      Anselmo lo aveva comperato dagli eredi di non si sapeva che baroni del Monferrato; ed essendo uomo molto arricchito nei contrabbandi tra le terre della repubblica di Genova e del re di Sardegna, per quell'acquisto era cosė cresciuto di reputazione, che a D...., quasi pių nessuno osava chiamarlo col vecchio nome di mulattiere. Ma egli punto insuperbito, se gli capitava di guadagnare s'alzava anche a mezzanotte. E sebbene pel suo far costare il nolo del calesse un occhio del capo, si durasse fatica a mettersi d'accordo con lui; la signora Maddalena non era stata quel giorno a parlare di danaro, ed egli la portava verso C..., certo di toccare una grassa mercede e un buon beveraggio.
      La via correva a tratti sulle vestigia di quel ramo dell'Emilia, che per val di Bormida menava i Romani da Tortona all'antica Sabazia. I dotti, quando ne parlano, rammentano la tavola Pentingeriana, e l'itinerario di Antonino. Romana o no quella via era un macereto, e dava cosė gran disagio a farla in calesse, che camminare a piedi, sarebbe stata per la povera signora minor fatica. Ad ogni passo il legno pigliava tali scosse, che essa era sempre lė colle mani per toccare Anselmo che si fermasse: ma egli da uomo rotto a ben altre molestie, la confortava a non vi badare, e starsi sicura; e tirava innanzi per la terricciola di R.... alla volta del borgo di C.... Il quale a chi vi giunge da quelle parti apparisce amenissimo, sebbene schiacciato com'č fra il torrente ed una rupe alta e malinconica, parrebbe star meglio in mezzo alla pianura, che gli si apre dinanzi.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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