Pagina (53/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Alcuni fanciulli vi ruzzavano baloccandosi a giocare alle palle di piombo avute dai soldati che sempre sono loro amici; e all'apparire del calesse stettero maravigliati, per non aver mai visto altrettanto. Ma altri più discoli che facevano alle piastrelle sul greto del torrente, s'affollarono su per la ripa a chi più corresse, a chi arrivasse alla carrozza; e l'avrebbero assalita a furia, senonchè il primo che potè agguantarla per di dietro toccò una frustata sulle mani; e gli altri si fermarono intorno a lui piangoloso e umiliato, che si fregava il bruciore zoppicando. La signora corrucciata, rimproverava ad Anselmo il suo giuoco bestiale, e si volgeva addietro a guardare pietosa il mal capitato.
      Girando a manca repentinamente, di là a cinquanta passi s'era alla porta del borgo, ampia d'arco, munita ancora delle gravi imposte dei tempi, in cui si soleva chiuderla; e prolungata a guisa d'androne, sotto una volta, dalla quale si levava una torre, stata alta e forte, e poi mozza e divenuta casa di gente dabbene. In una delle pareti sotto la volta, si vedeva una rozza dipintura, che aveva ad essere l'immagine della Madonna; e di faccia a questa, in una stanza terrena, umida e tetra, v'era la guardia Alemanna.
      Spiacque molto alla signora Maddalena, dover attraversare lo spazio tra il ponte e quella porta, perchè sott'essi gli olmi che in lunga fila sorgevano fuori le mura, sebbene per la stagione non rendessero ancora ombra, conversavano a capannelli i maggiorenti della terra. Uno di quegli olmi che per essere solitario e molto spanto pareva piantato là a posta per gente privilegiata, ed era il più vicino alla porta, si chiamava l'olmo dei preti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Anselmo Madonna Alemanna Maddalena