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      Portava calzette nere, come le portano i preti, e brache di stoffa tralucente e nere anch'esse; le grandi fibbie d'argento delle sue scarpe lustravano da far gola ad ogni mariuolo; le catenelle dei due orologi che aveva nel panciotto di seta cangiante, gli battevano sonore sulle cosce; e quella penna l'aveva presa passando dallo scrittoio, così per parere.
      «Oh! suonate a gloria campane! sclamò egli appena vide la visitatrice - la signora Maddalena! Ma che miracolo, che buon vento, che fortuna è la mia? segga, si metta a sedere, la prego!» E voltando dieci inchini; prima che la signora avesse potuto dire una parola, già l'aveva ridotta a sedere sul divano, e le si metteva di faccia sulla prima scranna che gli capitò d'agguantare - «Dunque ella sta bene, proseguiva, ed anche suo figlio? n'ho piacere! So della disgrazia del marito... eravamo amici, fratelli! sono dolori, ma che vuole! uno alla volta s'ha da partir tutti! E laggiù il signor pievano, che è sempre grasso, rosso....? questa quaresima hanno avuto un predicatore di qui, mio grande amico e grande oratore.... com'è piaciuto?
      «Piacque; - rispose la signora, cui quel tempestare del signor Fedele, metteva addosso non sapeva che confusione.
      «Eh......! Bisognerà bene che qualche giorno venga a D.... a pigliargli un pranzo al pievano, se no mi scomunica!....» - continuava egli - ma che vuole? non s'ha mai un'ora libera..... benedetti clienti, benedette liti....!
      «Chi sa? - diceva essa. - Forse io potrei darle occasione di venire a D.... più sovente.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Maddalena Fedele