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      La fanciulla tacque e chinò gli occhi dinanzi al sacerdote. Egli continuò amorevole:
      «A che ti vorrà costringere tuo padre? Perchè tu lo accusi? Va, piangi, sfogati, e prega; stattene raccolta nella tua camera più che puoi..., la solitudine addolcisce l'anima e insegna molte virtù a noi, e a chi ci pare contrario...! Abbraccia la signora Maddalena..., essa mi dirà ogni cosa.... t'aiuteremo»
      Così dicendo sciolse la giovinetta dalle braccia della signora, la prese per mano e la condusse verso l'uscio con gran dolcezza. E «non ti scaccio, no - le disse - ma va, e vedrai che ti vogliamo bene...»
      Da quella soglia, la poveretta, con uno sguardo lungo insaziabile, si fissò nella madre di Giuliano; poi si fece forza e partì, confusa e meravigliata d'aver tanto osato.
      «Povera Bianca! - sclamò don Marco - dunque se ho capito bene...?
      «Sì, - interruppe la signora - venni a chiederla sposa pel mio figliuolo, e la trovo promessa....!»
      «Promessa, s'intende a sua insaputa; e siamo in terra di cristiani!
      «E dire che Giuliano l'amava da anni! Benedetto figliuolo, se me ne avesse parlato!
      «Ed io - disse il prete con voce impressa di rimorso, - io che m'era accorto di quest'amore, sin da quando egli veniva a scuola da me! la colpa è mia che avrei dovuto mettermi di mezzo, e prima ch'egli andasse a Torino, chiedergli che avesse in mente di fare...! Forse non avremmo adesso quest'Alemanno tra' piedi....
      «Ma don Marco, don Marco; Giuliano come farò a quetarlo...?
      «Bisogna fare che di questo soldato non sappia nulla; pensiamo che questi stranieri sono strapotenti; che qui non si vede nulla più bello di loro: e un cenno, un'occhiata, un sospiro bastano a farci incatenare e condurre come malfattori sin chi sa dove.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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