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      «Non ha gli occhi cavati, non il naso tagliato, non gli orecchi mozzi, dunque gli infedeli si sono convertiti....?»
      «Ah! padre, - sclamò il pievano, cui il sangue rimescolato dalla procella di poco prima, flottava tuttavia assai forte, - ella parla d'infedeli per celia, ma qui nella mia pieve ho di peggio! Qui vi sono i rinnegati....
      «Rinnegati! - urlò il frate battendo insieme le palme: - Che mi dice mai rinnegati? O le mie prediche? Ne parlerò domenica dando la benedizione papale.
      «Eh! il rinnegato non ha visto nè lei nè la chiesa! Altro che prediche...! Adesso vado a C.... mi presento al generale Alemanno, gli dico le cose; e quel Giuliano laggiù, cui non fanno paura nè DioSanti, quel Giuliano laggiù che vuol fare scuola di religione e di morale a me..., lo colgo e l'aggiusto io! Placidia, dite a Mattia che ponga la bardella sulla giumenta...»
      Parlando alla sorella, si rammentò della lettera che essa gli aveva data; e mentre il Minore Osservante rispondeva alla sfuriata di lui, con un'altra sfuriata, come dicessero i salmi un verso per ciascuno; egli alzò il suggello, aperse il foglio, vi piantò gli occhi sopra, e lesse colla mente:
      «Molto reverendissimo signor pievano. Vengo con questo piccolo foglio a farle sapere, che questa volta i regicidi, scomunicati, scellerati Francesi, hanno il diavolo dalla loro; perchè i nostri vengono perdendo, dalla marina verso in qua ogni giorno. Sui monti di Nizza, fu ieri grosso parapiglia, e per quel che so se il Dio di Sabaot non ci aiuta, finirà male.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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