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      «Ma tu.... tu.... come ti salverai? come faremo noi ad aiutarti? oh colui, quell'Alemanno chi l'ha mandato per nostra sciagura?
      «Oh! - sclamò la fanciulla, con volto impresso di mestizia e di fede: - la Provvidenza - ha salvato fanciulle smarrite in mezzo alle selve, e in mano ai masnadieri, e abbandonerebbe me....?»
      In pochi momenti, il dolore le aveva fatto pigliare tanto vantaggio sugli animi di quelle due dolci creature, che nel dire parve ad esse una santa. E l'ora passò sì presto, che non avevano raccolto il po' di fardello che loro sarebbe bisognato in villa, e il signor Fedele venne a pigliarle. Chiuse per bene le porte di casa, uscirono fuori del borgo, per quel vicolo dov'era passata la signora Maddalena, nel suo ritorno doloroso. Coperte di lunghe guarnacche nere, le due fanciulle reggevano il passo della zia, tenendosi strette a lei, come usavano menandola a messa; e il padre dietro, per un sentiero fuori mano, le fece scendere nel greto del torrente. La povera cieca, inciampava ne' ciottoli o si pungeva tra le spine, ma non fiatava; dolendosi solo di non aver potuto parlare a don Marco prima di partire, chè di certo da lui avrebbe avuto qualche sano consiglio. A un certo segno, il sentiero entrava sott'uno degli archi del ponte, che rimaneva a secco per la povertà del torrente; e mentre esse passavano i pipistrelli spiccandosi dalla volta, venivano spauriti a sbattere l'ala nelle loro persone; di che tremavano poverette, quanto il signor Fedele d'incontrarsi coll'Alemanno, o in chi potesse dar voce nel borgo di quell'andata notturna e misteriosa.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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