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      «Povera signorina! - sclamava la cascinaia impietosita e sciugandosi gli occhi col grembiale, stette a udire gli ordini che le dava il padrone, per la colazione delle signore; uova, cacio, latte. Poi fece vedere una focaccia cavata allora di sotto la cenere, avvolta in un mantile bianco come la neve, e cotta proprio per esse; che venendo alla villa solevano chiederle sempre di quella sorta di pane. Il signor Fedele contento della donnicciuola partì.
      La curiosità è femmina e sirocchia della ignoranza; onde non è a dire come pungesse l'animo della cascinaia. Costei non attese d'essere chiamata, ma tolta quella roba che le aveva detto il padrone, se la recò in un cesto, entrò nella palazzina, salì le scale; e facendo a fidanza colla bontà delle signore, disse fra sè: «se mi colgono dirò che veniva con questa grazia di Dio; se no voglio un po' vedere che cosa è questo mistero....» Cattellon catelloni, s'appressò all'uscio della camera ove esse erano, le vide attraverso la toppa; e si mise a origliare.
      Altro che parere in punto d'andarsi in volta col cervello! Bianca parlava di suo padre, che voleva sacrificarla, calma, affettuosa, e diceva di volersi far monaca per togliersi da questo mondo, che non le era parso mai bello. Le altre due le rispondevano, ingegnandosi di consolarla; ma il discorso era così avanti, che la contadina non ci si poteva raccapezzare. Quanto avrebbe dato, pur di sapere tutto quello che avevano detto! Ad un tratto le parve che Margherita volesse muoversi; ed essa togliendosi di là come un folletto, e chiamate di sulla scala le signore, fece le viste d'essere venuta allora allora, portando la colazione.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Fedele Dio Margherita Bianca