Pagina (108/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Intanto il signor Fedele era in via alla volta di C...., e vi giungeva che il sole non era peranche levato. Molto stupģ vedendo gli Alemanni sotto i filari d'olmi, e la squadra di cavalli schierati e pronti; non come gli altri giorni per andare agli esercizi, ma con quell'aspetto diverso, affaccendato, quasi zingaresco, che hanno le milizie in punto di levare il campo. I signorelli del borgo si tenevano in mezzo gli ufficiali, dando e pigliando fede d'amicizia, con grandi strette di mano, con quella ciera tra sciocca e sbigottita dell'uomo che, rimanendo a casa, conforta a starsi di buona voglia chi va agli sbaragli della guerra. I preti v'erano tutti, salvo don Marco; ed avevano i volti compunti, e parlavano del Dio di Sabaot, che guardava dal cielo le invitte spade dei loro amici. Gli uffiziali ridevano e s'accarezzavano i mustacchi.
      Come il signor Fedele fu in parte da essere veduto, il barone che non aveva perso d'occhio un istante quella via per cui veniva, gli corse incontro, chiedendo che fosse stato di lui e della famiglia.
      «Nulla! - rispondeva quegli - non fu nulla; ma qui che č questo che veggo?
      «Mi dica di Bianca, Bianca....?
      «Eh non mi faccia piangere! Ieri sera venne il colono a dirmi che le aveva preso male, e ho dovuto andare alla villa....
      «Malata! - proruppe l'Alemanno - ed ora....?
      «Ora s'č messa al meglio, e all'alba l'ho lasciata che dormiva chetamente. Ma qui, ripeto, che c'č di nuovo?
      «Andiamo alla volta d'Oneglia - rispose l'Alemanno mestamente.
      «Maledetti i Francesi!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Fedele Alemanni Marco Dio Sabaot Fedele Bianca Bianca Alemanno Oneglia Alemanno Francesi Alemanno Oneglia