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      Chi l'avrebbe mai detto! Un uomo par suo, che aveva sempre avuti in casa soldati, s'era messo in capo che quello schioppo l'avrebbe ucciso; e poveraccio moriva proprio in quel punto, che un suon di tamburi, di corni, di trombe, un vociare di signori ornati di grandi pennacchi, annunziava che lo stormo dei guerrieri della religione e del trono, movevano a farla finita coi Francesi.
      Movevano, ma fu gran fatica pei condottieri, montati sull'asine e sulle giumente tutte nappe e sonagliere, meglio che nella festa di Sant'Antonio. La moltitudine strepitava camminando come gualdana infernale; miscuglio di entusiasmo, di vero valore, e di grosse millanterie. Qua cantavano salmi o canzoni popolari: lą procedeano silenziosi ascoltando qualche vecchio novellatore; alcuni recitavano il rosario tenendo in mano certe corone dai pippori cosģ grossi, da poterne all'occorrenza far palle da schioppo: e su tutte quelle teste si vedevano l'armi appuntate al cielo. Erano pił di due migliaia, e avevano un'aria terribile e selvaggia.
      Su su a quel modo per val di Bormida, si misero nelle strette, dove il torrente rovina con voci strane, fra massi ispidi, smisurati, precipitati dall'alto a frenare la collera dell'onda, che in tempo di piena non dirompa le ripe.
      Il sole andava sotto, quando i pił volonterosi toccarono le vette del monte di San Giacomo, sopra il Finale. Sul mare che si scopriva innanzi, biancheggiavano vele verso Provenza, vele verso Portofino, vele per tutto il golfo; mirabile alla vista pei mutamenti dei colori onde s'andava tingendo.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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