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      » Il frate dava del tu a tutti, salvo che agli ecclesiastici più vecchi di lui.
      «Eh! padre - rispondeva l'altro, - ella viene in casa a un ospite sventurato! Ero disceso in cantina, per vedervi come sto a vini stagionati; mi prese il capogiro, caddi, e buon per me che queste mie figliuole furono pronte ad aiutarmi.»
      Se là dentro fosse stato un po' più di luce, il frate avrebbe visto sui volti delle due fanciulle, i segni della maraviglia, in cui l'infingimento del padre mise le loro anime semplici. Ma non ebbe neanco tempo di dire al signor Fedele, che ringraziasse il Signore di avergli tenuta sul capo la sua santa mano; che costui scaricando su Bianca il miscuglio tempestoso di passioni, che gli fiottava nell'animo:
      «E voi - le gridava - voi, che ci fate qui? Andate al vostro posto!...»
      La povera giovane, che quasi s'era dimenticata d'ogni patimento, solo per aver potuto parlare quelle poche ore colla zia e colla sorella; rimase a quelle parole, come se venuta tapina a chiedere la carità, le avessero chiuso in faccia l'uscio di casa sua. Di che, chinando gli occhi mestamente, si volse addietro, salì le scale, ritornò nella sua camera, ai suoi silenzi. Margherita stette senza saper che si fare, addolorata di veder ricominciata la trista istoria: poi usci sull'aia singhiozzando da sola.
      Allora il padre Anacleto, capì che sotto quei portamenti v'era qualcosa, di cui la cascinaia gli aveva fatti a ragione i grossi misteri. E valendosi della considerazione, in cui sapeva d'essere tenuto dal signor Fedele, presolo per la mano, con dimestichezza paterna, gli disse:


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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