Pagina (168/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mattia, tenendo in pugno il gruzzolo, coll'unghia del pollice contava le monete.
      Alfine toccarono la vetta del monte; dove bisognando risolvere in qualche maniera l'impresa, il sagrestano si fermò, e guardò l'amico per capire di che animo stesse.
      «Eccoci sul posto! - bisbigliò - ancora pochi passi e saremo sopra il tesoro: ma vogliono essere fatti in punta di piedi..., animo, non abbiate paura, venite....»
      Fatti que' pochi passi ch'ei volle, con gran rispetto come camminasse su l'ossa dei morti; si volse a un tratto al compagno, e con voce commossa, gli disse: «animo, animo! che tutto questo è nulla!» Poi lo prese per un braccio, lo fece girare tre volte sopra sè stesso, e colla mano tesa gli segnò intorno l'infinito tenebroso, soggiungendo cupo:
      «Siamo in mezzo a tre vescovadi: Mondovì.... Albenga... e Savona
      Sagrestano da più che quarant'anni e seppellitore di morti, Mattia sapeva, occorrendogli, pigliare un'aria mistica o paurosa. Aveva udito cento volte, alla spiegazione del Vangelo, come un giorno il diavolo, condotto Gesù sulla cima d'un monte, gli avesse mostrati i regni della terra; ed egli vecchio profanatore di tombe ed altari, prese l'atteggiamento di Satana, quale se l'era sempre immaginato. L'amico, che aveva lasciato cadere il badile, lo guardava senza muovere costa; e sentiva farsi alla fronte e giù per la schiena un senso, come stesse per pigliargli male. Mattia cavato di sotto i panni il breviario, che nell'oscurità pareva un mattone(2), glielo pose aperto tra le mani tremanti, e cominciò un brontolio di salmi, che guai a lui se l'avesse udito don Apollinare, tanto era scellerata la sconciatura delle parole latine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Mondovì Savona Mattia Vangelo Gesù Satana Apollinare Albenga Mattia