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      «O che i soldati fuggono a quel modo? - sclamava uno che in C..., aveva carica di seniore.
      «E se fuggono i soldati, dovremmo tener testa noi, senz'armi ed inesperti? - Cosi un altro che in D..., era tenuto in gran conto; e un terzo a fargli eco:
      «Soldati rape, che sanno guerreggiare com'io fare orologi...!
      «Ci faremo ammazzar noi, perchè i loro generali non sanno altro che mostrare i tacchi ai Francesi?
      «I Francesi! I Francesi! Eccoli! Eccoli!....»
      E qui uno, due, quattro, a pigliarsi la via tra le gambe, chi a cavallo, chi a piè, senza dare nè udire consigli: e tra i primi Don Apollinare, il quale, chiesto di Mattia a mezzo mondo, chiamatolo invano cento volte con quanta voce aveva in gola; aiutato da qualcuno della sua pieve montò sulla giumenta; e gridando: «vado a far gente, vado a far gente!» diè giù a rompicollo, pel primo sentiero che gli si offerse alla fuga.
      Dato il mal esempio, le turbe stettero poco a diradarsi. Rimasero i migliori per animo e per forza; ma anco tra questi, alcuni presero a dire verità, chiare come il sole che avevano in faccia.
      «Gli avete veduti i nostri padroni? Se ne vanno; e noi che utile abbiamo a star qui?
      «A farsi scannare! Forse che non troveremo più posto nelle sepolture dei nostri vecchi?
      «Respingere i Francesi! - sclamava un villano, forte a vederlo come un leone: - bella parola! Ma, che i Francesi vengono per far male a noi soli?
      «Sì...! quell'ultimo pochino di male, che non ebbero tempo a farci gli amiconi Alemanni!
      «E le donne? - diceva un giovinotto, che aveva viso di essere ammogliato di fresco: - i Francesi le oltraggieranno!


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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