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      Se l'aspettava e non se l'aspettava; ma da quel fino dissimulatore che egli era, non fece segno di essere scontento; anzi, gli fu incontro colle braccia aperte, come chi accoglie un amico desiderato.
      «Fedele - cominciò don Marco - fummo amici da giovani.
      «Amiconi, diascolo! In che ti posso servire?...
      «In una cosa...; dimmi, in casa tua siete tutti felici?
      «Felici! Tu insegni che il Signore felici non ne vuole; ma per quanto si può....
      «Tu stai per maritare Bianca?
      «Te lo voleva dire quel giorno, in cui venni in casa tua a pigliare lo sposo....
      «Sposo! E tu pensi che Bianca lo ami, codesto sposo che tu vuoi darle? Bada, Fedele; al mondo, dei miseri ve ne sono già troppi; e pensa che degli affetti delle fanciulle, un cristiano deve farne altra stima da quella che si suole. La donna è abbastanza infelice da sè: e darla contro il suo cuore, a chi piace a noi; è forse un aprire la via della fuga alla virtù, che prima o poi se ne va. Tua figlia ama un altro; lo sai?
      «Che ha il nostro Don Marco?» - entrò dicendo il padre Anacleto, disceso in quel punto, a porsi tra i due.
      «Ho che qui si vuol rovinare una fanciulla inesperta! - sclamò Don Marco all'improvvisa apparizione del frate: - ed ella dovrebbe aiutarmi a fare che non avvenisse!
      «Ma Don Marco, - disse il signor Fedele, tutto cuore a sentirlo: - chi ti fa credere, che io voglia maritare per forza mia figlia?
      «Va - interruppe il padre Anacleto, sicuro del fatto suo: - va, falla venir quà, che egli la vegga, la oda; certe cose non c'è che vederle da sè... va.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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