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      ...»
      Fedele salì, in cerca di Bianca; e il frate e il prete rimasero un istante a guardarsi in viso.
      «Don Marco; - disse alfine il padre Anacleto: - ella è il decano del clero di C...; parliamoci chiaro: viene per intercedere a prò di quel suo scolare di D..., Giacobino e Volterriano, più prossimo al carcere che all'aule, dove dà a credere di stare a studio?
      «Empio? - rispose Don Marco: - io, quanto a me, non so a qual uomo getterei in faccia questa parola. Che io poi sia qui pel bene di quel giovane, è la verità....
      «E poichè ella dice la verità, la dirò anch'io; sì anch'io son qui, e ci fui, e ci sto: lieto d'aver tolta Bianca al pericolo di perdere l'anima sua, e d'averla tornata nell'obbedienza del padre....
      «Oh se noi, - sciamò doloroso Don Marco - se noi ci immischiassimo meno della salute dell'anime; e si pensasse a fare che sulla terra fosse un po' più di giustizia! Si soffrirebbe meno, e si godrebbe abbastanza; e il fumo del peccato non s'innalzerebbe con quello degli incensi, che noi abbruciamo ogni giorno! Padre Anacleto, abbandoniamo questa casa ambedue, la luce del Signore vi discenderà da sè....»
      A questo punto, il signor Fedele tornava con Bianca. L'aveva cercata coll'aiuto di Margherita, ed anche di damigella Maria; e scovertala in quel nascondiglio, erano riusciti a cavarnela più a forza, che colle preghiere. Di che stizzita, vergognosa, aveva dato in ismanie dapprima; poi sbigottita al pensiero dell'Alemanno che poteva udirla, e disperando d'essere lasciata in pace; «che si vuole da me?


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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