Pagina (223/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Scacciate dunque me pure!» - E così dicendo faceva atto d'andarsene sola. Senonchè il cognato, il padre Anacleto, la stessa Bianca le furono attorno, e ingegnandosi di trattenerla, questa diceva:
      «O zia, Don Marco se n'è andato da sè..., io gli dissi che farò quello che mio padre vuole, ed egli rimase contento che il Signore m'abbia illuminata....
      «Illuminata! - diceva singhiozzando la cieca: dunque tu andrai lontana?... tu m'ingannavi?... Fu nulla tutto quello che io penai per te... o Bianca, Bianca!...» E presa tra le mani la testa di lei, le baciava i capelli, la fronte, la bocca, per tutto dove in quella angoscia le cadevano le labbra.
      La fanciulla piangeva; il signor Fedele era quasi commosso; il padre Anacleto coglieva il modo di quetare la cieca, e diceva;
      «Come! e tu Bianca non hai detto a tua zia, che lo sposo t'ha promesso di stare quassù; di far tua, se vorrai, tutta la valle; di riedificare il castello..., e tante altre bellissime cose? Datti pace Maria, tu starai sempre con essi, sarai l'angelo consolatore della loro casa; ma ora per carità non facciamoci intendere da lui; che potrebbe risentirne la sua salute.»
      Damigella Maria, solo a udire che Bianca sarebbe rimasta sempre in C..., sebbene tutti quei giorni si fosse accostumata a fidarsi poco del padre Anacleto, si quetò un tantino; e disse che pigliava un po' di tempo per trovare il partito che più le conveniva. Fu lasciata con Bianca; e il signor Fedele salì dall'Alemanno il quale stando a letto aveva udito quel viavai, ma per buona sorte non ci si era raccapezzato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Anacleto Bianca Don Marco Bianca Bianca Fedele Anacleto Bianca Maria Maria Bianca Anacleto Bianca Fedele Alemanno