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      Nella palazzina si rifaceva la quiete, essendo quasi l'ora di mezzogiorno; e il padre Anacleto tornando al convento guardava se in qualche punto della vallicella scoprisse Don Marco; il quale dallo sgomento di quelle sconfitte, doveva a sentir suo, avere smarrita per lo meno la via.
      CAPITOLO XI.
      Se altra fosse stata la vista del padre Anacleto, ed egli avesse data un'occhiata alla via, che di là della Bormida, a seconda di questa, menava a D...; avrebbe scoperto Don Marco, sotto i vecchi castagni, avviato a quella volta.
      Uscito dalla palazzina, che gli pareva di non aver più senso di nulla, il buon prete era andato alla ventura; ma a poco a poco rivenutigli i pensieri, aveva colto quello d'andare a D..., e là, detto apertamente ogni cosa alla signora Maddalena, porla in grado di sapersi governare col figlio. Il quale poteva capitare a casa da un giorno all'altro; e si sarebbe trovato ai fatti dolorosi, che s'andavano compiendo.
      Per guadagnare la via che aveva a fare, gli era bisognato piegare a manca, e varcare la Bormida su d'una palancola, la quale si specchiava in un lago verdastro, formato dalle acque vorticose e raccolte là sotto, in un gorgo pauroso. Questo a chi vi passava sopra, dava le vertigini, e ne riverberava l'immagine, rotta in cento maniere. Di là del varco, fatti pochi passi su per un macereto, si trovava la via; e Don Marco vi si mise di quell'andatura, che consentivano gli anni, e la passione che lo turbava.
      Così, colle mani appaiate sulle reni, un passo innanzi l'altro, fu in un'ora al villaggio di R..., mezzo ancora sossopra per la passata dello stormo di quei di D.... Cansò le case, pigliò i traghetti, e nascosto dalle siepi degli orti, si ripose più oltre sulla via maestra.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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