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      La signora Maddalena e Don Marco, saputo da Marta la cagione di quel tramestio, erano venuti fuori anch'essi; e quella tremava, e il prete accorreva pensando alle sciagure che in quel giorno facevano mazzo. Là si diede attorno a porre un pò d'ordine fra quella gente; e spacciandone per ogni banda, finì col mettersi insieme a Rocco ed a parecchi altri, proprio per la via presa da Tecla.
      Questa a loro sentire non poteva essersi allontanata di molto; e in verità non era lungi più d'un miglio, sebbene avesse avuto tempo di far più cammino. Ma ad un bivio s'era fermata, incerta di qual parte doveva pigliare, e un pò spaurita dalla notte che s'era fatta alta. In quel sito, su d'uno rialto, coperto di cespugli maluriosi, sorgeva una croce, e Tecla a piè di quello la guardava di sotto in su, pregando con gran batticuore, «Madonna Santa! mandatemi un'ispirazione! da qual parte si va a Torino? non vado mica a dirgli nulla no...., vado a raccontargli che sua madre muore di dolore, s'egli non se ne viene via di là; che lo metteranno in carcere, che quella giovane...., ah... Madonna Santa, non mi lasciate qui smarrita!» Così stando le si era accesa la fantasia per modo, che le parve d'essere guardata da un paio d'occhi balenanti di dietro la croce; e raccapricciò, come avesse avuto lo spasimo di tutto quel roveto nelle carni. E subito rammentò che là un viaggiatore era stato morto dagli assassini; credè di vedere i tristi acquattati, e i loro ferri luccicanti nei cespugli, e il morto ruzzolare dalla ripa sanguinante a' suoi piedi.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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