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      La vendetta rifiglia, ella lo sa; e se i Francesi ponessero le mani addosso a lei?
      «Io.... - disse il pievano sentendosi arricciare la pelle più assai di quella volta, in cui il padre Anacleto gli aveva dette a un dipresso uguali parole: - io scriverò a Torino che Giuliano è un giovane.... sì, un giovane.....
      «Via.... un giovane dabbene, dica! Mi porto via la sua promessa, signor pievano; e se non ci vedessimo più, le sia dolce quanto a me, pensare che l'ultima volta abbiamo fatto insieme un po' di bene....»
      Ciò detto, e strettagli la mano con gran sentimento, lo lasciò a piè della salita; e s'affrettò a casa di Rocco, dove non sapeva come avrebbe trovata la povera Tecla. Sull'uscio della casetta s'imbattè in lui e nella moglie, che si bisticciavano, circondati dai figliuoli; ma la fanciulla non v'era, perchè la signora l'avea scampata a fatica dalle furie della madre, e se l'era tirata in casa per tenervela quella notte. Don Marco si fermò un tratto da Rocco per consigliare a lui e alla moglie pazienza e pace; poi fece quei pochi passi che correvano di là alla casa dalla padrona. Marta lo aspettava nell'atrio, struggendosi dalla voglia di parlargli: e appena lo vide gli si piantò in faccia, e gli disse:
      «Mi perdoni; ci ha capito nulla lei nel fattaccio di questa sera? No? Ebbene, io invece ci ho capito che la ragazzona è innamorata del signorino! Già me ne era accorta quest'oggi, mentre ella parlava colla padrona, e quando il signor pievano venne a dare quelle brutte nuove; Tecla pareva sul fuoco, e piangeva.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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