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      Ora questa scappata.... quel fagotto.... vorrei parlarne alla signora....
      «Date retta, Marta, la signora lasciatela in pace.
      «Ma se venisse il signorino a casa...? Questa ragazza....
      «Lasciamo questi discorsi, Marta, e domani sarete più contenta d'avere parlato poco.»
      La fantesca tacque, gli aperse l'uscio, ed entrò dietro di lui. La signora Maddalena scendeva da una camera, vicina alla sua, dove aveva posta Tecla a dormire; e fattosi incontro al prete gli chiese:
      «Ebbene, che diceva il pievano?
      «Il pievano? Parlò di malìe, di malefici, di diavoli...; voleva che Tecla gli fosse menata domattina per esorcizzarla....
      «Oh! allora dovranno venirla a togliere di qui a forza! sclamò la signora, lieta di potersi porre a qualche sbarraglio, ora che suo figlio pericolava a Torino: - di qui Tecla non uscirà più; alla fine delle fini, baciar la polvere ogni volta che il signor pievano lo vuole, non è manco da cristiani!
      «Ma egli ha smessa l'idea; - aggiunse don Marco - ed anche mi ha promesso di scrivere a Torino lodando Giuliano
      Discorsero un altro poco di Tecla, del signorino, del pievano; e quindi si lasciarono colla buona notte. Don Marco fu accompagnato da Marta nella camera di Giuliano, dove la signora faceva tenere il letto sempre rifatto, perchè a vederlo le pareva che il suo figliuolo non fosse via: ed era una sua dolce illusione. Là il prete vide libri e schioppi in bell'ordine; e avvicinatosi allo scrittoio trovò su certi fogli molti visi di donna abbozzati, che tutti somigliavano a Bianca.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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