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      «E mia madre?
      «Santa Vergine! - gridava Marta rimescolata - capitate come i morti la notte dei Santi...
      «Mia madre? Tornò a domandare Giuliano, e senza dar retta alla fante nè all'altre donne, gittate le briglie mosse verso l'atrio; rapido quanto lo fu il suo pensiero a ricorrere alla seconda sera di Pasqua, quando era giunto da C..., con altre cure, con altre speranze, e aveva trovato sua madre ad aspettarlo su quella gradinata. Ora non v'era che Marta. Ma se sua madre fosse stata davvero in fin di vita, o morta; la vecchia avrebbe potuto essere là a svagarsi, e Tecla con essa?
      Questo pensiero non ebbe tempo di formarlo, chè la signora Maddalena comparve ad incontrarlo quasi più affannata di lui; ed egli col piede sul più basso gradino in atto di salire, essa sul più alto in atto di scendere, si abbracciarono come persone, campate da un naufragio, e incontratesi sulla riva.
      La donne del crocchio peritandosi a star quivi, si allontanarono; durò il silenzio un tratto, poi la signora sciogliendosi da quell'abbracciamento, di cui Giuliano pareva non potersi saziare; «ecco tua madre!» gli disse, e pigliatolo per la mano, lo trasse dolcemente in sala. Là egli, sbalordito, e quasi la stanchezza lo avesse colto improvvisa, si lasciò cadere di sfascio sulla prima scranna che gli venne tra piedi; e fissando la madre, e cogli occhi pieni di dubbio, d'allegrezza, di sbigottimento ad un tempo:
      «Oh, mamma, - sclamò - credeva di non fare a tempo...! Ma che tempo? non è vero nulla non è...? Mi dica, fu un gioco, un inganno.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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