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      Oh! se la grazia di essere amata da esso, il cielo l'avesse fatta a lei! Qui arrossiva d'avere osato tanto pensiero; e in questa guisa, ora cadendo d'animo, ora levandosi, se ne stava rannicchiata là al buio; d'una cosa temendo su tutto, ed era che prima o poi la si venisse a cercare.
      I suoi l'avevano veduta venir in casa così di furia che n'erano rimasti spauriti; ma già accostumati a menarle buona ogni cosa, dacchè pareva portata in palma di mano dalla padrona; non s'erano manco rischiati a chiederle che avesse. E tra quel fatto, e il ritorno improvviso del signorino, ondeggiando turbati; non osavano coricarsi, e stavano a quell'ora ancora in cucina.
      Non è a dire se fu grande lo stupore di Rocco, quando vide apparire la signora Maddalena, sola, al buio; essa che dopo l'avemaria, non aveva posto piede fuori la soglia, forse da dieci anni. Temè che venisse a comandargli di pigliarsi in ispalla i bimbi, le masserizie, e Tecla e tutto, per andare in cerca d'altra casa e d'altri padroni; ma quando la udì domandare della sua figliuola con voce dolce, sebbene commossa, gli tornò il cuore a posto; e preso un lume la menò diritta nella cameruccia di Tecla.
      Alla vista della padrona, la fanciulla aperse le braccia, quasi per dire: «sono qui, faccia di me quel che le pare!» E quella mandato via Rocco:
      «O Tecla - le disse - tu mi vuoi bene nevvero? Dimmi una cosa; se io ti dicessi, bisogna che tu te ne vada per un po' di tempo da qui... mi daresti retta...?
      «Oh sì! - sclamò Tecla - anche subito.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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