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      .. come piace a lei...!
      «Io ti verrò a vedere qualche volta; ti farò condurre a Santa G.... in casa ai parenti di tua madre. V'è lassù una bella chiesa, sopra una vetta, tu vi andrai a pregare per me.... Non temere, di sulla porta di quella chiesa vedrai D.... e la mia casa e la tua.... addio.»
      E prese le mani della povera giovinetta, le strinse con pietà grande; poi si tolse di quivi, perchè se vi fosse rimasta un altro poco, il singhiozzo l'avrebbe vinta.
      Discesa a basso, raccomandò a Rocco di menare la figliuola in casa ai cognati ch'egli aveva a Santa G.... nè disse di più; che dallo sgomento le morivano le parole in bocca. Il buon uomo promise d'obbedire, senza chiedere il perchè, ma su per giù almanaccando, gli pareva d'averlo indovinato: e volle accompagnare la padrona quei pochi passi. Chi gli avesse visti a quell'ora, che era quasi di mezzanotte, forse avrebbe pensato che in quella casa fosse qualcuno all'ultime fiatate. Una quiete altissima regnava in quella parte del borgo, mentre in castello si vedevano molte finestre illuminate, e veniva di lassù un suono di strumenti; misto di quando in quando a un prorompere di voci allegre, proprio come nei festini del carnovale. La signora udiva e sospirava, pensando ai casi suoi dolorosi: e giunta sulla porta, pose la sua mano ardente nella fredda e callosa di Rocco; il quale avuta la buona notte, commosso da quell'atto, tornò a promettere, che all'alba sarebbe stato colla figliuola in cammino per Santa G.... Capiva che obbedendo pronto, faceva un gran bene alla signora, a Tecla, a sè; e quasi dallo struggimento il pover'uomo piangeva.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





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