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      Bianca che non sapeva di quella pompa, ne provò a vederla tanta maraviglia, che non s'avvide neanche delle centinaia d'occhi, dalle finestre, dalle porte, dalla via affollata; intenti, come dardi incoccati, sopra di lei. Un drappello di soldati Alemanni, faceva siepe alla lettiga, perchè il popolo non la investisse; la sposa fu messa dentro di quella con una delle dame, e subito si sentì levata da terra e portata. Un suono di strumenti scoppiò improvviso ed allegro; le campane di tutti i campanili del borgo, s'accoppiarono a quel suono martellate a festa; e lo sposo e il corteo mossero in bell'ordine, dietro i lettighieri.
      Quante fanciulle affacciate alle loro finestre, si saranno ritratte, a quella vista, stizzite; prorompendo in accuse contro sè stesse, e contro i parenti, che non avevano saputo procacciare anche ad esse sì bella sorte! Quanti garzoni si saranno sentiti umiliati, pensando alle loro fidanzate, cui non avrebbero potuto recare tanto fasto; e che forse in quell'ora facevano nel secreto dell'animo, indiscreti raffronti!
      Dietro al corteo incalzava la folla popolare e quando la lettiga s'arrestò a piè della scalinata della chiesa, questa fu stipata come fosse la domenica dell'ulivo. L'organo riempiva le volte delle sue armonie; ma per quanto la mano del suonatore si studiasse di trovarle festose, non veniva a capo di cavarne una, che non fosse impressa di malinconia. Perchè sebbene fosse un povero organista, le sue segrete fantasie le aveva anch'egli: e forse non gli pareva giusto, che quella giovinetta si sposasse, per andarsene chi sa in qual terra così lontana, che non sarebbe più mai tornata a udirlo suonare, neanco nella sagra del Santo patrono del borgo.


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Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Alemanni Santo