Pagina (300/480)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli diede uno sguardo verso il banco degli sposi, inchinò il crocifisso inalberato sopra l'altare, salì i gradini, e incominciò il suo ufficio; mentre la moltitudine s'inginocchiava con un rumore sommesso e diffuso.
      Quel sacerdote era il padre Anacleto. Il quale,avendo condotto Bianca a quel passo, si poteva dire, per le dande; per compiere l'opera s'era procacciato l'onore di dire la messa dello sposalizio. E sebbene i preti del borgo glie lo avessero conteso, riputato com'era ed esperto ad uscir d'ogni passo, egli aveva ridotto il parroco a farlo pago di quel suo desiderio.
      Bianca sapeva come il celebrante avesse ad essere lui; ma assorta in quelle voci misteriose della fantasia, non lo vide entrare. Però quando la parola sonora e profonda del frate, si mescolò a quell'altre che udiva essa sola; le parve un aiuto che capitasse valido ed opportuno, si segnò e levò la fronte. Che valevano quelle note dell'organo, e quegli angeli della sua immaginazione? Non era vicino a lei il padre Anacleto, la cui voce, nell'orare si levava ora ai tuoni più alti, ora scendeva ai più gravi; quasi di persona che parli un po' al cielo un altro poco alla terra? Così man mano che s'appressava il momento d'andare alla balaustrata, sentiva qualcosa che la staccava per sempre dal passato; qualcosa come a dire la mano che tronca la gomena, e scioglie la nave affinchè pigli l'alto a golfo lanciato.
      Costumava anche su quei monti, che una zitella andando a farsi chiedere dal prete se fosse contenta di sposarsi al suo fidanzato; vi si facesse accompagnare da un cugino o da altro congiunto, il quale era quasi un testimone del parentado, contento di dare una delle proprie donne, ad un uomo d'altra gente, che la facesse sua.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le rive della Bormida nel 1794
di Giuseppe Cesare Abba
1875 pagine 480

   





Anacleto Bianca Anacleto